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Una nuova normalità: l’aumento della migrazione climatica in India

Usmani Raeesabegam

Anche dopo le piogge e le alluvioni, molti sono rimasti indietro nella speranza  che la situazione lavorativa tornasse alla normalità – mi diceva un abitante cinquantenne del villaggio. “Ma ora anche questi stanno ritornando”.

“Quest’anno sono dovuto rientrare presto da Kozhikode, in Kerala, poiché dopo il disastro il lavoro si era ridotto considerevolmente”, ha dichiarato Mondal, riferendosi agli acquazzoni e alle inondazioni fuori stagione. “Vado in Kerala da tanti anni, ma non ho mai visto piogge e inondazioni così incessanti. Anche se il governo ha ristabilito la normalità, le opportunità di lavoro sono precipitate. Non solo la paga è scesa da circa 800 a 450/500 rupie al giorno (5,5-6,8 USD), ma ora c’è a malapena lavoro per 2-3 giorni a settimana, invece dei sei giorni lavorativi di prima”.

Queste sono le testimonianze di un abitante del villaggio locale e di un muratore di nome Bidhan Mondal, che lavorava nelle Sundarbans. A causa dei cambiamenti climatici estremi in quell’area, è stato costretto a emigrare in Kerala per lavorare come muratore negli stati dell’India meridionale. Ha riferito: “Io, insieme a molti dei miei amici del villaggio, ho iniziato ad andare in Kerala dopo che il ciclone Aila aveva reso la nostra terra salina e improduttiva, e molti abitanti della nostra zona preferiscono andare in Kerala ogni anno per lavorare come operai edili, poiché la paga è migliore rispetto ad altri posti”.

Il cambiamento  climatico, con le sue gravi e molteplici conseguenze, continua a provocare numerosi sfollamenti interni in tutto il mondo. La responsabilità di queste migrazioni forzate interne è legata a ragioni di rilevante importanza. Ad esempio, sono considerati motivi primari di migrazione interna i fattori di spinta e di attrazione, il costante aumento del livello del mare e delle temperature, le precipitazioni imprevedibili e irregolari, le carestie, i terremoti e i cicloni. Gli improvvisi disastri climatici costringono i nativi a lasciare le loro case e i loro averi per migrare temporaneamente in cerca di sicurezza e sopravvivenza.

Oggi, questi spostamenti climatici interni sono diventati sfide incontrollabili e preoccupanti a livello globale: colpiscono le popolazioni interessate a vari livelli oltre a quello sociale ed economico, compresi il benessere fisico e mentale, la sicurezza, la possibilità di reinsediamento, l’inclusione e la sicurezza.

Il Centro per il monitoraggio degli sfollamenti interni (Internal Displacement Monitoring Centre, IDMC) ha riferito che nel solo 2020 oltre 3,9 milioni di persone sono state sfollate a seguito dei disastri legati al clima, soprattutto inondazioni, cicloni e siccità. Il numero degli sfollati è pressoché raddoppiato entro la fine del 2023, quando circa 7,7 milioni di persone in tutto il mondo vivevano in strutture per rifugiati interni a seguito di disastri, inondazioni e simili calamità provocate dal clima.

L’India si è trovata in prima linea nell’affrontare queste sfide a causa della sua estrema diversità e della vasta estensione geografica, che ha portato a spostamenti interni e migrazioni di grandi dimensioni sull’intero territorio nazionale. Le inondazioni e i violenti cicloni tropicali ricorrenti hanno contribuito in modo determinante a questi spostamenti. Ad esempio, il ciclone Amphan, che ha colpito gli Stati orientali del Bengala occidentale e dell’Orissa nel maggio 2020, ha causato lo sfollamento di oltre 2,4 milioni di persone. Ugualmente, due intensi cicloni più recenti, ovvero il ciclone Tauktae e il ciclone Yaas nel 2021, hanno costretto migliaia di famiglie a migrare immediatamente dalle coste occidentali e orientali. È stato osservato che l’aumento delle temperature superficiali del mare, conseguenza diretta del riscaldamento globale, ha intensificato la gravità e la frequenza di questi cicloni in tutta l’India. Un altro disastro climatico che la nazione ha subito è stato il ciclone Biporjoy nel giugno 2023. Questi eventi climatici ricorrenti nell’ultimo decennio hanno provocato lo spostamento di oltre mezzo milione di persone, costretti a migrare attraverso tutto il paese. Si tratta di numeri molto preoccupanti, considerato anche l’aumento previsto in futuro.

Anche lo Stato nord-orientale dell’Assam ha subito gravi conseguenze, principalmente a causa dalle inondazioni provocate dai monsoni. I fiumi si sono ingrossati rompendo gli argini, causando 79 morti e migliaia di sfollati. Le inondazioni hanno anche provocato una perdita di fauna selvatica nel Parco Nazionale di Kaziranga, evidenziando l’esteso impatto ecologico e umano di questi disastri climatici, comprese le gravi inondazioni negli Stati himalayani dell’Himachal Pradesh e dell’Uttarakhand, nel nord dell’India. Inoltre, si sono verificate inondazioni a causa dell’innalzamento del livello di un lago glaciale, che ha portato al crollo di una diga idroelettrica nel Sikkim, che nell’ottobre 2023 ha provocato la morte di circa 100 persone e ha colpito duramente più di 88 000 abitanti. Il fiume Yamuna, a Delhi, che era già stato identificato come un “hotspot a rischio di sfollamento per inondazioni”, è straripato dopo le forti piogge del 9 luglio 2023, spingendo le autorità a sgomberare i residenti dalle loro case verso residenze temporanee sicure.

Il Rapporto globale 2024 dell’IDMC sugli sfollamenti interni sottolinea il crescente rischio di sfollamenti associati ai disastri legati al clima. Le proiezioni indicano che, nel migliore dei casi, il rischio di sgomberi causati dalle inondazioni potrebbe quantomeno raddoppiare fino a circa venti milioni di persone entro il 2099. In un’intervista con l’agenzia DW, Jayanta Basu, un esperto di ambiente e clima che vive a Calcutta, ha dichiarato: “Non esiste una politica strutturata o un piano d’azione dell’amministrazione per fornire una protezione sociale nella lotta al cambiamento climatico e alla migrazione ad esso correlata”. Pertanto, l’assenza di una politica governativa concordata può porre sfide significative e aggiungere estrema incertezza nella gestione di un rischio climatico così disastroso. È possibile che nel peggiore dei casi questi rischi possano quintuplicarsi, sottolineando l’urgente necessità di un sistema complessivo di adattamento ai cambiamenti climatici, di una consapevolezza a livello nazionale, di strategie di mitigazione e di politiche nazionali.

Inoltre, il costo umano di questi sfollamenti climatici interni è enorme. Le comunità, in particolare quelle che vivono in regioni vulnerabili come le isole fluviali dell’Assam, affrontano ogni anno l’angoscia delle inondazioni monsoniche. I residenti sono spesso costretti a trasferirsi in campi di soccorso temporanei durante le inondazioni, solo per tornare e ricostruire le loro vite una volta che le acque si sono ritirate. Questo sfollamento ciclico sconvolge i mezzi di sussistenza, la continuità e l’accesso all’istruzione e all’assistenza sanitaria, mettendo a dura prova le condizioni di vita, le già limitate opportunità di sopravvivenza sostenibile e di mobilità verso l’alto delle classi svantaggiate, aumentando la disparità di genere e perpetuando i cicli di povertà e vulnerabilità tra gli strati più poveri della società. Queste migrazioni interne forzate hanno anche un impatto sul processo decisionale a livello centrale e sui potenziali beneficiari appartenenti ai gruppi sociali vulnerabili coinvolti.

Nonostante gli evidenti e pressanti pericoli dovuti agli sfollamenti legati al clima, la risposta politica dell’India rimane finora inadeguata. L’assenza di una politica nazionale solida e trasparente in materia di sfollamenti interni lascia le popolazioni colpite prive di un quadro coerente di protezione, riabilitazione e l’inclusione sociale. Gli esperti sostengono la necessità di uno sviluppo di una politica centralizzata a livello statale e basata sul posizionamento climatico per affrontare le molteplici sfide poste dagli sfollamenti dovuti al clima che si sono moltiplicati nell’ultimo decennio, sottolineando la necessità di sforzi coordinati da parte delle agenzie governative e non governative per mitigare i rischi, ridurre i danni e offrire supporto ai migranti interni sfollati.

In conclusione, i dati dimostrano che gli sfollamenti interni provocati dal clima a livello nazionale ogni anno stanno diventando una sfida importante e crescente per l’India. Nel corso dei decenni, l’aumento della frequenza, dell’incertezza e dell’intensità delle calamità legate al clima hanno reso necessari interventi politici urgenti e strategie di adattamento per proteggere e sostenere le popolazioni più vulnerabili e marginali. Affrontare questa sfida richiede una combinazione di approcci globali, centralizzati e a livello statale che includano la mitigazione del rischio di catastrofi, piani di ricollocamento rapidi e che rispettino le norme igieniche, che consentano accesso alle cure sanitarie e all’istruzione, alle opportunità di lavoro, mediante una pianificazione dello sviluppo sostenibile e solidi sistemi di supporto per gli sfollati.

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