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Le cause profonde dei conflitti fondiari nel Togo

Il caso della Prefettura del Golfo

Kpondzo Kwami

Nel Togo i conflitti fondiari costituiscono un fenomeno ricorrente, che merita particolare attenzione. Secondo il rapporto della Commissione Verità, Giustizia e Riconciliazione (CVJR), la gran parte – in media l’80% – delle dispute portate davanti alle corti e ai tribunali del Togo riguarda conflitti fondiari. Questo genere di problemi è particolarmente evidente là dove è più forte il bisogno di utilizzare il terreno per l’agricoltura, l’allevamento, la costruzione di abitazioni o la realizzazione di progetti sociali. La mancata nazionalizzazione delle terre in Togo ha avuto un impatto significativo sui conflitti fondiari. La decisione di non nazionalizzare le terre ha creato una situazione in cui i diritti di proprietà e l’accesso alla terra sono spesso oggetto di dispute e tensioni. Le diverse norme e tradizioni locali riguardanti la terra, insieme ai cambiamenti economici e alle riforme legali, hanno contribuito a creare un contesto complesso in cui i conflitti fondiari persistono.

I conflitti fondiari sono spesso collegati a cessioni illegali, a vendite illecite, a speculazione fondiaria, alla contestazione delle riserve pubbliche (porzioni di territorio riservate per soddisfare esigenze collettive o pianificare lo sviluppo urbano e rurale), all’appropriazione da parte di terzi, a espropri, alla pluralità di titoli di proprietà per la stessa particella di terreno, a vendite doppie o acquisizioni tramite strumenti finanziari. Le collettività proprietarie dei terreni e i leader delle comunità, compresi i capi tradizionali e i membri del CVD, vengono coinvolti direttamente o indirettamente in queste dispute. Queste collettività hanno acquisito la terra per eredità, per donazione o per compravendita. Si tratta di un bene sacro, al quale le comunità restano aggrappate anche a costo della propria vita.

L’oggetto dei conflitti, la terra, rappresenta la risorsa fondamentale per queste popolazioni e ha un ruolo di primaria importanza per loro, dal punto di vista socioculturale, economico e ambientale. Viene considerata il centro vitale dell’esistenza umana e la principale fonte di sostentamento.

I casi di conflitto fondiario nella regione costiera hanno impatti negativi sulle attività agricole, sulla tranquillità delle famiglie e sull’educazione dei figli. Tali dispute infatti vanno a ledere i rapporti all’interno della collettività e provocano danni economici ai piccoli commercianti che vedono diminuire i propri guadagni.

La partecipazione della gente a opere di interesse pubblico per lo sviluppo comune si affievolisce e l’autorità dei capi tradizionali ne risulta danneggiata.

In definitiva, la conseguenza di tutti questi conflitti è di turbare la pace e sgretolare la coesione sociale. Essi, inoltre, portano a violenze all’interno delle collettività, delle famiglie e dei villaggi.

All’interno della comunità nella Prefettura del Golfo, specialmente in contesti rurali, i conflitti sono diventati un fatto ricorrente e il carattere endemico di queste dispute ha connotati preoccupanti. Per le figure di riferimento locali, come i capi tradizionali e i sindaci – garanti della coesione e della pace tra le popolazioni – i conflitti fondiari rappresentano un problema difficile da risolvere. Oltre alle norme derivanti da usi e costumi, essi devono riferirsi alle leggi nazionali attuali in materia fondiaria.

In questo articolo offriremo uno sguardo generale sulla questione fondiaria nel Togo, ponendo l’accento sul quadro giuridico di riferimento e affronteremo le cause dei conflitti, illustrando esempi sulla situazione nella prefettura del Golfo.

Uno sguardo d’insieme

La Costituzione della 4^ Repubblica del Togo stabilisce, all’art. 27, che il diritto di proprietà è garantito dalla legge. Ma in merito alla classificazione dei terreni che compongono l’insieme del territorio nazionale, lo Statuto fondiario – definito con il decreto n.12 del 6 febbraio 1974 – distingue:

  1. I terreni in possesso di collettività tradizionali e di individui (art. 2);
  2. I terreni che costituiscono dominio pubblico e privato dello Stato e delle collettività locali.

Secondo l’art. 5 del codice fondiario e demaniale, il regime in vigore nella Repubblica del Togo è quello dell’immatricolazione dei beni immobili, determinato dalle disposizioni del titolo III dello stesso codice. Esso regola l’insieme dei terreni rurali, urbani e delle periferie urbane, e si fonda sulla pubblicazione dei registri fondiari.

Il quadro giuridico

Il regime delle proprietà fondiarie dello Stato e dei privati si fonda su un quadro giuridico formato da vari testi.

Quelli fondamentali sono:

  • La Costituzione del 14 ottobre 1992 con l’art. 27, il cui capoverso recita: «il diritto di proprietà è garantito per legge. Può venire meno solo per motivi di pubblico interesse constatati secondo la legge e a seguito di giusto e preventivo indennizzo»;
  • La Legge n. 2018-005 del 14 giugno 2018, che contiene il Codice fondiario e demaniale della Repubblica del Togo.

Le cause profonde dei conflitti fondiari nella prefettura del Golfo

I conflitti fondiari, nella maggior parte dei casi, sono provocati dall’assenza di norme adeguate, o – laddove esse esistono – dalla mancanza di una loro rigorosa applicazione. Spesso non si prende in considerazione il fatto che la terra è parte integrante della vita delle popolazioni, degli individui, delle comunità e che ha un posto fondamentale nella loro vita sociale e spirituale, soprattutto per le comunità rurali. La terra è abitata dalle loro divinità, fa crescere le foreste, permette di praticare l’agricoltura e ospita le loro case, insomma la terra è la risorsa primaria di queste comunità. L’accaparramento di terreni, le espropriazioni senza indennizzi adeguati, i casi di svendita o di utilizzo dei terreni senza il consenso dei proprietari, costituiscono fonti di conflitto.

Nella prefettura del Golfo le motivazioni dei conflitti fondiari sono di vario genere, Le più frequenti sono:

a. Possesso di molteplici titoli di proprietà

I villaggi della zona si trovano spesso a doversi confrontare con confitti tra i membri delle collettività, o tra acquirenti e aventi diritto. Ad esempio il villaggio di Yokoé Kopegan, nell’area Golfo 7, ha vissuto una disputa fondiaria iniziata nel 1998 e che opponeva le famiglie collettive Zomayi, Djidan, Gangan, Sotowogbe et Sognameto.

Queste cinque collettività familiari, proprietarie di terre, sono tutte originarie di Yokoé Kopegan e sono legate tra loro in quanto discendenti dallo stesso antenato, di nome Ekokpon. Ciascuna delle famiglie sostiene di essere l’erede legittima di un terreno di 32 ettari. La disputa ha avuto i suoi momenti di massima tensione nel 2001 e poi nel 2018-2020.

Il Comune del Golfo 7 è delimitato a ovest dal Ghana, a est dalla municipalità di Aflao-Gakli, a nord dalla prefettura dell’Avé e a sud dall’Akossombo. Si tratta di una collettività territoriale composta da 26 villaggi, situata a nordovest della città di Lomé e ha una popolazione cosmopolita di circa 108.000 abitanti, in maggioranza giovani. Il villaggio di Yokoé Kopegan, che ha circa 4.000 abitanti, è vicino alla frontiera col Ghana e vi si parla la lingua Ewe.

b. Occupazione illegale di terreni

Nel 2021 il Comune di Golfo 7 è sceso in lotta contro l’occupazione illegale delle riserve amministrative di Lankouvi. Le autorità comunali sono riuscite a recuperare particelle, edificate e non edificate, per circa due ettari, istituiti come riserva statale col decreto n. 0006/MTP/MERH del 22 febbraio 1983, a Lankouvi. La situazione ha generato un conflitto tra acquirenti e venditori.

Conclusione

Conflitti fondiari come quelli esaminati nella prefettura del Golfo si possono ritrovare in tutte le zone del territorio del Togo, e si verificano quando gruppi diversi cercano di difendere i propri interessi. Le occupazioni illegali di terre, le doppie vendite, i titoli di proprietà plurimi sono le cause fondamentali.

Questi conflitti prendono una piega pericolosa quando i meccanismi sociali e le istituzioni che dovrebbero fornirne risoluzione diventano inoperanti, lasciando spazio alla violenza. Particolare attenzione andrebbe dedicata alla costruzione di un sistema efficace ed efficiente di risoluzione dei conflitti fondiari a tutti i livelli, quindi nazionale, regionale, comunale e rurale.

Per valorizzare la terra bisogna tener conto degli interessi dei comuni e delle collettività, e non di quelli di un solo individuo o di una sola impresa. Per diminuire i conflitti fondiari bisogna porre in primo piano l’interesse collettivo. Il riconoscimento dei diritti fondiari è essenziale per stimolare gli investimenti e la crescita, in particolare nei settori dell’agricoltura e delle infrastrutture, permetterebbe inoltre di combattere le espropriazioni e le migrazioni forzate e contribuirebbe anche ad aumentare la resilienza delle popolazioni rispetto agli accaparramenti di terre.

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Foto Credits: Breezy Baldwin, ATTRIBUTION-NONCOMMERCIAL-NODERIVS 2.0 GENERIC, via Flickr