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Migrazioni internazionali 2023 – Migrazioni pericolose e condizioni di vita dei migranti

Redazione

L’immigrazione irregolare è il termine usato per descrivere il movimento di persone attraverso le frontiere che non rispetta i requisiti legali del Paese di destinazione. Le rotte utilizzate dai migranti sono molto pericolose e spesso coinvolgono contrabbandieri e trafficanti di esseri umani. Inoltre, gli immigrati irregolari incontrano molte difficoltà nell’accesso ai diritti e ai servizi di base, come l’assistenza sanitaria, l’istruzione e la protezione sociale. Sono anche esposti al rischio di sfruttamento, abuso e discriminazione nel mercato del lavoro e nella società. Non esiste una definizione universalmente accettata o dati affidabili sulla migrazione irregolare, poiché si tratta di un fenomeno complesso, elusivo e dinamico. Tuttavia, si può stimare che i migranti irregolari siano attorno al 20% della popolazione migrante internazionale totale (stimata a 281 milioni nel 2020). Dal 2014, quasi 50.000 migranti sono morti durante il viaggio. La metà di loro è morta nel tentativo di attraversare il Mar Mediterraneo, ma sono in aumento anche le morti su altre rotte.

Condizioni di vita dei migranti nei Paesi OCSE e in Europa

Nella maggior parte dei Paesi e nella maggior parte degli indicatori sociali ed economici, gli immigrati – soprattutto quelli nati al di fuori dell’UE – e i loro figli sono in ritardo rispetto ai nativi e ai loro coetanei con genitori nativi.

Povertà

Per esempio, rispetto ai nativi, gli immigrati sono più esposti alla povertà praticamente ovunque. I contesti socioeconomici delle popolazioni nate all’estero variano ampiamente da un Paese all’altro e possono solo in parte spiegare le discrepanze nei tassi di povertà tra i due gruppi. Gli specifici ostacoli sul mercato del lavoro che i migranti devono affrontare, come le barriere linguistiche e la discriminazione in quanto stranieri, così come l’accesso limitato ai benefici sociali e la potenziale discriminazione, possono contribuire a tassi di povertà più elevati tra gli immigrati.

Istruzione

Tuttavia, nell’ultimo decennio si sono registrati progressi sostanziali in alcuni indicatori, soprattutto per quanto riguarda l’integrazione degli immigrati nel mercato del lavoro e dal punto di vista dell’istruzione. Nell’ultimo decennio, la quota di persone con un alto livello di istruzione tra la popolazione immigrata è aumentata in tutti i Paesi, ad eccezione del Messico. In molti Paesi, tra i migranti ci sono relativamente più persone con un alto livello di istruzione che nella popolazione nativa. Al contrario, oltre un terzo degli immigrati nell’UE (35%) ha un basso livello di istruzione, quota che scende a solo uno su cinque per quanto riguarda la popolazione nativa (20%).

Occupazione

I tassi di occupazione degli immigrati sono aumentati nell’ultimo decennio nella maggior parte dei Paesi, nonostante il calo sproporzionato all’inizio della crisi COVID-19 seguito da una rapida ripresa ai livelli pre-2020. Questo miglioramento è attribuibile a un mix di fattori, quali migliori politiche di integrazione, condizioni del mercato del lavoro più favorevoli rispetto a dieci anni fa e livelli di istruzione più elevati dei recenti arrivati.

Anche se questi risultati sono incoraggianti, gli immigrati in genere non sono riusciti a raggiungere i livelli di occupazione dei nativi. In Europa gli immigrati hanno meno probabilità di essere assunti; questo accade in minor misura anche nella maggior parte dei Paesi OCSE non europei.

Credits:

World Bank, 2023. Creative Commons Attribution CC BY 3.0 IGO. OECD/European Commission, 2023. Le traduzioni e gli adattamenti presenti in questo articolo non sono ad opera della Banca Mondiale o dell’OCSE.