Conflitto e pace in Colombia
Da circa sessant’anni, il conflitto armato interno che scuote la Colombia, è connotato da caratteristiche particolari: è pluriattoriale, ecocida, genocida e vede la partecipazione violenta delle bande del narcotraffico. Il perdurare delle violenze per tutti questi anni ha determinato che il conflitto apparisse normalizzato nella percezione comune. Tuttavia, al contempo, il paese ha percorso diverse vie per cercare la pace. Cercheremo qui di presentare questo binomio tra conflitto e tentativi di pacificazione dal 1964 al 2024 in corso.
Il conflitto
Benché il paese abbia vissuto quasi sempre una situazione di forti lotte intestine sin dalla sua nascita come stato nazionale indipendente (1810), l’attuale conflittualità la si fa risalire al 1964 quando i gruppi armati ribelli esistenti hanno adottato il nome di guerriglie sul modello guevarista e castrista vittorioso a Cuba: le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc), l’Esercito di Liberazione Nazionale (Eln) ed altri minori. Ad esse a partire dagli anni ’70 si sono affiancati il Movimento 19 Aprile (M-19), il Quintin Lame (indigena), l’Esercito Popolare di Liberazione (Epl), il Ricardo Franco. Tra gli anni ’80 e ’90 compaiono, invece, le prime guerriglie di destra composte da paramilitari e Gruppi di autodifesa. Nel complesso si tratta di eserciti privati al soldo di narcotrafficanti, allevatori di bestiame e latifondisti nati in risposta ai sequestri da parte delle guerriglie di sinistra bisognose di autofinanziarsi dopo il venir meno dell’appoggio dell’Unione Sovietica.
Tali premesse e attori hanno dato il via ad una logica di violenza perversa fondata sulla prevaricazione tra i vari gruppi armati in conflitto.
Oggi, nonostante alcuni accordi di pace riusciti, si contano almeno 23 gruppi armati illegali tra quelli a carattere politico (guerriglie) e quelli a carattere economico illecito (bande criminali, chiamate bacrim). Tutti i gruppi armati (ad eccezione dell’M-19), sia di sinistra sia di destra, e le bande criminali, convergono nel ricorso al narcotraffico, alle attività estrattive illegali ed alla violenza efferata per il controllo del territorio mediante l’espropriazione e l’espulsione delle comunità. Nel loro tentativo di recupero dei territori, anche le forze dell’ordine statali operano talvolta illegalmente, ricorrendo a bombardamenti indiscriminati e, persino, al fenomeno dei alsi positivi che spiegheremo più avanti.
Ad oggi il numero delle vittime delle violenze è estremamente elevato così come il numero di persone scomparse, sfollati interni e rifugiati.
Il rapporto 2024 dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani afferma che dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023 si sono verificate in Colombia 98 stragi, un incremento del 6.5% dal 2022; in esse sono state uccise 320 persone (242 uomini adulti, 46 donne adulte, 25 bambini e 7 bambine). Il 93% dei massacri è attribuibile a gruppi guerriglieri e, soprattutto, a organizzazioni criminali. Tra le vittime vi sono 15 indigeni e 3 afrodiscendenti. Circa 63.000 persone sono state sfollate e 88.000 costrette a non uscire di casa. Particolarmente colpite le popolazioni indigene. Sempre nel 2023 sono stati uccisi 48 ex-guerriglieri delle Farc che avevano firmato l’Accordo e consegnato le armi. Benché ciò rappresenti il 6% in meno rispetto al 2022 continua ad essere un dato allarmante. Inoltre, sono stati reclutati 134 tra bambini e bambine prevalentemente delle minoranze etniche. Anche le forze armate sono incorse in violazioni dei diritti umani con almeno 37 detenzioni arbitrarie durante il 2023.
Tentativi di pace
Sin dal 1981, si sono verificati, tra alterne fortune, diversi dialoghi di pace.
- Il Presidente Turbay istituisce una Commissione di dialogo con le guerriglie.
- Il Presidente Betancur avvia il dialogo con le Farc che porta all’Accordo di La Uribe nel 1984, poi fallito nel 1987.
- Il Presidente Barco inizia i negoziati con le Farc ma lo sterminio dei militanti del partito di sinistra Unión Patriotica compiuto da militari e paramilitari blocca il processo.
- Il Presidente Barco firma l’Accordo con il Movimento 19 Aprile (M-19) che consegna le armi e crea il partito politico Alleanza 19 Aprile, il cui candidato presidenziale Carlos Pizarro verrà in seguito ucciso. Il Governo adotta una Legge di Amnistia per gli ex-guerriglieri. Da questo Accordo scaturisce l’Assemblea Costituente che portò alla nuova Costituzione Politica della Colombia in vigore dal 1991.
- Il Presidente Gaviria inizia dialogo con l’ELN a Caracas e poi in Messico. Tuttavia, il tentativo fallisce nel 1992. Lo stesso anno però, tre piccoli gruppi guerriglieri – EPL, Quintin Lame e Partito Rivoluzionario dei Lavoratori (PRT) – consegnano le armi.
- Durante il Governo Gaviria, consegna le armi l’ala socialista dell’ELN.
- Il presidente Samper riconosce status politico all’ELN ed avvia dialoghi di pace in Spagna e Germania che si concludono con un nulla di fatto.
- Il Presidente Pastrana inizia i dialoghi del Caguán con le Farc smilitarizzando 42.000 km di territorio nel centro-sud del paese e dichiarandolo zona dei dialoghi. Il tentativo fallisce nel 2002 a causa del Plan Colombia, un piano di aiuti militari degli Stati Uniti all’esercito colombiano, e di altre azioni di sabotaggio da entrambe le parti.
- Il Presidente Uribe avvia il dialogo con l’ELN a Cuba, poi in Venezuela, e quindi in Messico. Tutti tentativi falliti giacché Uribe poneva come condizione di partenza la consegna delle armi che per l’Eln era invece il punto di arrivo.
- Il Presidente Uribe firma l’Accordo con i Paramilitari mediante la Legge di giustizia e pace. Vengono estradati negli Stati Uniti i 12 capi richiesti dalla giustizia americana per narcotraffico. Ciò non impedisce la comparsa sul terreno di una galassia di bande criminali particolarmente violente: le bacrim.
I due periodi di governo Uribe 2002-2010 sono stati caratterizzati dagli scandali dei cosiddetti “falsos positivos” e delle “chuzadas”. Nei primi, il Governo ha istituito un sistema di incentivi perversi per le forze dell’ordine: secondo il numero di guerriglieri e miliziani uccisi, i soldati ed i poliziotti ottenevano promozioni in carriera, vacanze ed altri privilegi. Tale pratica ha comportato il reclutamento di ragazzi nelle periferie delle grandi città (Bogotá, Cali, Medellín…), che con promesse di lavoro venivano portati lungo i confini con Venezuela ed Ecuador, fatti poi passare per guerriglieri venivano uccisi simulando scontri militari. Gli omicidi avevano lo scopo di esaltare i risultati repressivi dell’esercito e del governo. Si calcola che vi siano stati 6000 ragazzi uccisi con questa modalità in 8 anni.
Las “chuzadas” riguardano invece lo scandalo delle intercettazioni telefoniche a politici dell’opposizione, a giornalisti e docenti politicamente scomodi.
- Il Presidente Santos avvia ad Oslo il primo tavolo di trattative con le Farc che poi si trasferisce all’Avana.
- Il Presidente Santos firma l’Accordo per la fine del conflitto ed una pace duratura contenente sei punti: 1. Riforma rurale integrale (un processo più profondo di una riforma agraria basata nella redistribuzione delle terre, NdR); 2. Partecipazione politica degli ex guerriglieri; 3. Ridimensionamento della lotta al narcotraffico ed alle droghe illecite; 4. Giustizia, verità e riparazione alle vittime; 5. Termine del conflitto tra le due parti; 6. Ratifica ed implementazione dell’Accordo.
Sul punto 1 si è concentrata prevalentemente la cooperazione internazionale in Colombia, specialmente quella dell’Unione Europea, con la creazione del Fondo fiduciario europeo per la pace in Colombia che ha raccolto circa 200 milioni di Euro dal 2017 ad oggi ed il cui 90% è vincolato al primo punto dell’Accordo: Riforma rurale integrale.
Il punto 2 è stato raggiunto visto che gli ex guerriglieri delle Farc hanno creato il Partito Comunes con 5 seggi al Senato e altrettanti alla camera (seggi garantiti per legge, non raggiunti tramite votazione a causa dell’insufficienza di voti raccolti sia nel 2018 che nel 2022). Inoltre, l’Accordo ha assegnato 16 seggi alla Camera dei Deputati alle circoscrizioni dei territori più colpiti dal conflitto.
Il punto 3 ha visto l’apertura della discussione su alternative alla strategia fallita di sola repressione al narcotraffico ed alle coltivazioni illecite. Assieme agli Stati Uniti di Obama si è iniziato a parlare di possibile legalizzazione di alcune droghe.
Sul punto 4 si è creato un sistema di giustizia di transizione giudicato come il migliore al mondo. Infatti, esso è costituito da un Tribunale speciale nazionale con consulenza internazionale con pene minime previste di 8 anni per combattenti incorsi in violazioni al diritto internazionale umanitario che confessino la verità, restituiscano le terre espropriate alle vittime e garantiscano la non ripetizione dei fatti; massima di 20 anni per carnefici che non collaborino. Inoltre, si è creata l’Unità di restituzione delle terre, l’Unità di ricerca di persone scomparse e la Commissione della verità.
I punti 5 e 6 sono stati raggiunti con la ratifica dell’Accordo il 24 novembre 2016 a Bogotá, con l’inizio dell’implementazione dell’Accordo dal primo gennaio 2017 e la fine del conflitto tra Farc e Governo.
- Il Presidente Ivan Duque, del Centro Democratico dell’ex presidente Uribe (destra), contrario all’Accordo raggiunto da Santos (Premio Nobel per la pace), ne limitò l’applicazione specie nei punti riguardanti la giustizia di transizione (restituzione delle terre, ricerca di “desaparecidos” e Tribunale speciale).
Dopo la pandemia, gli anni 2021 e 2022 sono stati particolarmente violenti.
- Vince le elezioni presidenziali e parlamentari la coalizione del Patto Storico (di centro sinistra). Prima volta nella storia del paese governata sempre dall’élite liberale, neoliberale e conservatrice. Il 7 agosto 2022 si insedia il Governo di Gustavo Petro con la afrocolombiana Francia Márquez come Vicepresidente. Il Programma di governo si concentra sul progetto di Pace totale con l’implementazione dell’Accordo già esistente con le Farc ma oscurato dal governo Duque. Tale Accordo è visto come un modello su cui aprire un dialogo di pace con tutti i 23 gruppi armati presenti nel paese.
Tre sono i gruppi armati politici: l’Eln; le frange dissidenti delle Farc che non avevano firmato l’Accordo e le frange dissidenti delle Farc che invece avevano firmato l’Accordo del 2016.
- Con l’Eln, ad oggi vi è un dialogo in corso all’Avana con partecipazione del governo, della Chiesa Cattolica, dell’Onu, dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA) e di alcuni paesi facilitatori come la Norvegia ed il Venezuela. Inoltre, vi è un cessate il fuoco bilaterale che comprende anche la rinuncia al sequestro, al reclutamento di minori e all’attacco della popolazione civile. Oggi l’Eln conta su circa 2.500 combattenti.
- Con la dissidenza delle Farc estranee all’Accordo, vi è una trattativa incipiente. Questa che si fa chiamare lo Stato Maggiore Centrale conta su circa 7.000 combattenti.
- Con la dissidenza Farc che aveva firmato l’Accordo uscendone a causa di un’accusa infondata di continuità con il narcotraffico dopo la firma, vi é un inizio di dialogo ma non ancora un tavolo. Comandata da Ivan Marquez e autodenominata seconda Marquetalia (in onore al territorio dello stesso nome nel centro-sud della Colombia che nel 1964 le Farc avevano occupato e dichiarato Indipendente e che fu poi represso violentemente dall’Esercito), conta su circa 2000 combattenti.
D’altra parte, almeno 20 sono i gruppi armati a carattere criminale legati a tutti i traffici: droghe, armi, persone; ed allo sfruttamento illegale delle miniere. Tutti loro si sono dichiarati disponibili a dialogare con il governo nell’ambito della pace totale.
Mentre ai gruppi guerriglieri il governo offre un sistema di giustizia di transizione simile a quello del 2016; ai 20 gruppi di criminalità organizzata che sono i maggiori responsabili della violenza in Colombia il governo offre una sottomissione speciale con sconto di pena nel paese, non estradizione negli Usa e il mantenimento nelle loro mani del 6% della ricchezza illegale accumulata. Tra le più note e violente bande criminali ci sono: Clan del Golfo, Autodifese Gaitaniste ed il Treno di Aragua.
Nel frattempo, il governo Petro sta portando avanti 6 riforme necessarie per il paese:
- Riforma tributaria, già approvata ed applicata
- Riforma della sanità, in fase di approvazione al Congresso
- Riforma delle pensioni, in fase di discussione nel legislativo
- Riforma della giustizia, in corso con difficoltà
- Riforma dell’educazione per una scuola pubblica e gratuita, in fase iniziale
- Riforma del lavoro, in fase iniziale in un paese che conta il 60% di lavoro informale
Tutte queste riforme incontrano forti resistenze da parte della borghesia che difende i propri privilegi e spesso scende in strada con manifestazioni di protesta contro un governo che si basa ancora attorno al Piano Nazionale “Colombia, potenza mondiale della vita”, un progetto di cambiamento con giustizia sociale ed ambientale.
Comunque sia, questo governo non è ancora a metà del mandato per essere valutato compiutamente. Il dato più recente mostra un gradimento del 36% e nelle recenti elezioni amministrative (fine ottobre 2023) l’opposizione a Petro ha ottenuto una vittoria schiacciante, soprattutto nelle grosse città: Bogotá, Medellín, Cali, Barranquilla, Bucaramanga.
In ogni caso, anche se lentamente, il progetto di pace totale procede.
Foto Credits: Photo by Xmascarol, CC BY-NC-ND 2.0 DEED Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic – Attraverso Flickr