Il Misery Index segnala il peggioramento della povertà in Nigeria
L’obiettivo principale dei governanti, a livello globale, tanto nelle economie sviluppate che in quelle in via di sviluppo, è quello di incrementare il benessere della popolazione. Attualmente la Nigeria sta affrontando numerose sfide macroeconomiche e di sviluppo, tra cui l’alto tasso di povertà e l’aumento dell’indice di disagio e sofferenza sociale (Misery index). A livello nazionale, quest’ultimo è passato da circa 61,2 nel 2022 a 73,1 nel 2023. Il recente rapporto dell’Annual Misery Index di Steve Hanke (HAMI) mostra che su un totale di 156 paesi la Nigeria è scesa dalla 15ma all’11ma posizione mondiale tra il 2020 e il 2021, e che occupa la quarta posizione in Africa.
La diretta responsabilità del peggioramento del Misery index del paese va ascritta alla scarsa performance dei suoi fattori economici. Arthur Okun, che fu il primo a formulare il Misery Index, lo calcolò come somma dei tassi di disoccupazione e di inflazione. L’indice fu poi perfezionato prima da Robert Barro e più tardi da Steve H. Hanke, un professore di economia applicata della Johns Hopkins University, che aggiunse il tasso di prestito bancario e quello di crescita del PIL reale; quindi, definì l’indice come la somma dei tassi di disoccupazione, inflazione e di prestito bancario meno il tasso di crescita del PIL reale. L’andamento di queste variabili influisce sostanzialmente sul Misery index. Un elevato tasso delle prime tre variabili e un basso tasso della quarta ne incrementeranno automaticamente il valore, evidenziando il peggioramento del livello di sofferenza tra la popolazione. Un Misery index alto o comunque in peggioramento ha la capacità di aggravare ulteriormente il livello generale di povertà, soprattutto a danno dei meno abbienti, sui quali la performance negativa di una o più componenti dell’indice ha un maggior impatto.
Nel 2018, la Nigeria è stata definita “quartier generale mondiale” della povertà, posizione che ha ricoperto fino al 2022, quando è stata superata dall’India. E comunque il tasso di povertà del paese è rimasto superiore a quello dell’India.
Nel 2022, l’Ufficio nazionale di statistica della Nigeria riportava che circa 133 milioni di persone, pari al 63% della popolazione, soffrivano di povertà multidimensionale. Tuttavia, il fenomeno assume proporzioni diverse tra la regione meridionale e la regione settentrionale del paese: il tasso al sud è più basso che al nord e, allo stesso modo, la povertà rimane più elevata nelle zone rurali che nelle aree urbane.
Misery index e situazione della povertà in Nigeria
L’alto livello del Misery index in Nigeria corrisponde a un ulteriore peggioramento della situazione di povertà nel paese. Un esame critico delle sue componenti e del loro andamento può dare supporto a questa affermazione.
La Nigeria sta attualmente fronteggiando un alto tasso di inflazione, che si attesta al 22,4%. In generale, l’inflazione fa aumentare i prezzi di beni e servizi e indebolisce il potere d’acquisto dei consumatori, in particolare quando i redditi restano invariati. L’aumento del costo della vita amplia il divario tra redditi e riduce la quantità di beni che i consumatori possono acquistare. Ciò comporta un peggioramento del tenore di vita e del livello di benessere della popolazione.
Il costo della vita in Nigeria ha continuato ad aumentare dal 2016 ad oggi, per effetto di una serie di fattori, tra cui la recente recessione causata dal crollo del prezzo del petrolio e l’incapacità del governo federale di formare un gabinetto per circa sette mesi, nel 2015. Per giunta, il lockdown imposto all’economia nel 2020 a causa del COVID-19 e la guerra in corso tra Russia e Ucraina sono altri fattori che hanno determinato, e continuano a determinare, l’innalzamento del costo della vita nel paese. La situazione è ulteriormente aggravata dall’ultima politica di rimozione dei sussidi per il carburante, che ha portato a un balzo del prezzo del prodotto da 190,0 a 630,0 naira (1 Naira = 0,00096 Euro) al litro, nel contesto di un tasso di cambio in rapido peggioramento.
Inoltre, un tasso di disoccupazione totale del 33,3% e un tasso di disoccupazione giovanile del 42,5%, in un paese in cui le reti di previdenza sociale e welfare sono praticamente inesistenti, continueranno a peggiorare il livello di povertà e a rendere i poveri ancor più miserabili. L’alto numero di disoccupati, all’interno di una forza lavoro con basso reddito pro-capite come la Nigeria, comporterà bassi risparmi, bassi investimenti, bassa produttività e bassa crescita economica, contribuendo a un ulteriore incremento della povertà. L’unica risorsa dei poveri in un’economia in via di sviluppo come la Nigeria è il lavoro, utilizzato come fonte di reddito per migliorare il proprio livello di benessere. La disoccupazione implica la perdita del reddito e della fonte di sostentamento primaria, l’assenza di risparmio, l’aumento del profilo di indebitamento familiare, l’incremento della malnutrizione e l’aggravarsi di povertà e disuguaglianze.
In Nigeria, l’alta inflazione e la forte disoccupazione combinate tra loro costituiscono una sfida immane per i poveri, il cui numero è in continuo aumento. L’inflazione indebolisce il potere d’acquisto di chi percepisce un reddito (e forma la forza lavoro), e qualsiasi aumento del numero di disoccupati imporrà un onere maggiore sul reddito della classe lavoratrice poiché in Nigeria non esistono sussidi di disoccupazione. La classe lavoratrice, che percepisce un basso reddito il cui valore è costantemente minato dall’alta inflazione, spende queste già esigue risorse per provvedere anche a sostentare i disoccupati. L’effetto a catena aumenta oltremodo il numero dei poveri e aggrava la miseria generale nel paese.
Allo stesso modo, l’attuale tasso del 18,5% sui prestiti bancari può avere un effetto negativo sul livello di povertà. Questo tasso sul credito implica un alto costo delle somme mutuabili e ciò può scoraggiare gli investimenti, peggiorando la disoccupazione nel paese e aggravando ulteriormente i livelli di povertà. L’alto costo dei prestiti bancari può anche aumentare il tasso di insolvenza nei rimborsi da parte delle famiglie meno abbienti che accedono al credito per procurarsi alcuni beni di prima necessità.
In Nigeria si registra, oltre al basso tasso di crescita, un basso reddito pro-capite. In teoria, un’elevata crescita economica potrebbe aumentare la prosperità e ridurre la povertà. Tuttavia l’attuale tasso di crescita del 3,6% del PIL e il basso reddito pro-capite, uniti agli alti tassi di inflazione, il livello elevato di disoccupazione, la difficoltà ad accedere ai prestiti bancari, determinano l’elevato livello del Misery index. Questo non solo renderà la condizione di povertà strutturale per ampie fasce della popolazione, ma continuerà ad incrementare il livello di disagio nel paese.
Programmi di riduzione della povertà in Nigeria
Sia i governi passati che quello attuale in Nigeria hanno avviato programmi a vari livelli per combattere il problema della povertà nel paese. Come descritto in precedenti pubblicazioni del 2017 e del 2019, molti programmi e schemi speciali per lo sviluppo agricolo, per l’elettrificazione rurale, per le banche rurali, per l’istruzione primaria gratuita e obbligatoria e per il sostegno alle donne nelle aree rurali sono stati avviati ma poi hanno cessato di esistere. Lo schema di garanzia per il credito agricolo e la Direzione nazionale delle politiche per l’occupazione sono gli unici programmi ancora operativi e in corso.
Il governo immediatamente precedente all’attuale aveva introdotto i programmi N-Power e Trader-moni per contribuire ad alleviare la povertà. Il programma N-Power fu introdotto nel 2016 nell’ambito del Programma nazionale di investimenti sociali (National Social Investment Programme), che mirava a responsabilizzare i giovani. Il Trader-moni era un’iniziativa nell’ambito del Government Enterprise and Empowerment Programme (GEEP) creata per garantire ai piccoli commercianti l’accesso a prestiti senza garanzie che andavano da diecimila a cinquantamila naira nigeriani, rimborsabili entro sei mesi. Queste politiche sono state ora sospese dall’attuale governo del presidente Tinubu, che ha annunciato l’istituzione di un Fondo fiduciario per gli aiuti umanitari e la riduzione della povertà (Humanitarian and Poverty Alleviation Trust Fund, HPATF), finanziato per il 30% dal governo federale e per il 70% da agenzie donatrici, allo scopo di affrontare le sfide umanitarie e della povertà nel paese. Il governo ha anche deciso di introdurre una politica di trasferimenti in denaro come misura palliativa per attutire gli effetti della rimozione dei sussidi petroliferi.
Motivi per cui i programmi di riduzione della povertà falliscono in Nigeria
Come indicato in precedenza, la maggior parte delle iniziative intraprese in proposito non è riuscita ad affrontare la situazione di elevata povertà nel paese, a causa di alcuni fattori intrinseci. Tra le cause riscontriamo la carenza di infrastrutture, gli scarsi finanziamenti, i capovolgimenti politici, la corruzione, l’alto tasso di insicurezza, l’inadeguatezza di alcuni programmi a causa di alcune peculiarità ambientali, la scarsa leadership dei responsabili di tali programmi, il tribalismo, il malgoverno del paese e la mancanza di un adeguato meccanismo di monitoraggio e valutazione. Fino a quando questi problemi non saranno affrontati, le iniziative di riduzione della povertà nel paese non otterranno i risultati desiderati.
Raccomandazioni per ridurre il Misery index in Nigeria
Le raccomandazioni sulle politiche da adottare per ridurre l’indice in Nigeria sono legate ai componenti dell’indice stesso. Come discusso in precedenza, le performance delle quattro variabili – disoccupazione, inflazione, tasso dei prestiti bancari e crescita del PIL reale – non sono entusiasmanti. È importante che il governo avvii e attui politiche volte a ridurre gli alti tassi di disoccupazione, inflazione e prestiti bancari, nonché a stimolare la crescita del PIL della nazione.
In particolare, il governo dovrebbe creare le condizioni favorevoli perché il settore privato possa prosperare, mentre il clima imprenditoriale dovrebbe essere migliorato per attrarre investimenti diretti dall’estero. Questo stimolerebbe la creazione di posti di lavoro, riducendo l’alto tasso di disoccupazione nel paese. Attualmente, il clima imprenditoriale in Nigeria è molto confuso a causa dell’instabilità delle forniture energetiche, della molteplicità delle tariffe e delle inutili trafile burocratiche che favoriscono la corruzione, aumentando i costi per gli imprenditori. Andrebbe incoraggiata l’imprenditorialità giovanile, bisognerebbe affrontare la questione energetica e dedicare maggiore attenzione alla precaria situazione della sicurezza, mentre il settore finanziario dovrebbe essere rafforzato per rendere disponibile agli investitori il credito a tassi di interesse più bassi. È fondamentale che la Nigeria incoraggi sia le attività di industrializzazione che la produzione locale per il consumo e l’esportazione.
Queste politiche non solo ridurrebbero l’alto tasso di disoccupazione e l’inflazione che sono responsabili dell’aumento del Misery index, ma contribuirebbero anche a ridurre l’eccessiva dipendenza dalle importazioni, a stimolare la crescita e a ridurre drasticamente la povertà e il disagio economico nel paese.
Altre questioni che richiedono l’attenzione del governo per alleviare la povertà e il disagio nel paese includono: la fornitura di infrastrutture come energia elettrica e buone reti stradali, adeguati finanziamenti per i programmi destinati a eradicare la povertà, perseguendo anche le iniziative avviate dai governi precedenti, la lotta alla corruzione, la garanzia di un’adeguata sicurezza per le persone e le proprietà in tutto il paese, strategie per affrontare il tribalismo, la nomina di responsabili capaci per la gestione dei programmi di riduzione della povertà, un attento monitoraggio e valutazione dell’efficacia di tali programmi, investimenti per la formazione, e così via.
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Foto Credits: EU Humanitarian Aid in Nigeria, CC BY-NC-ND 2.0 DEED Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic – Attraverso Flickr