Mondo Infografiche Mondo in cifre

Migrazioni internazionali 2023 – Demografia e clima, migrazioni inevitabili e necessarie

Redazione

Sotto la pressione incombente delle rapide transizioni demografiche e del cambiamento climatico, i movimenti transfrontalieri si stanno confermando fenomeni inevitabili e necessari per i migranti e per le economie dei Paesi del mondo a tutti i livelli di reddito.

Paesi di destinazione, aspetti demografici, fiscali ed economici

Le popolazioni dei Paesi ad alto reddito e di molti Paesi a medio reddito stanno invecchiando rapidamente, mentre si prevede che le popolazioni dei Paesi a basso reddito continueranno a crescere. Questa tendenza sta creando ampi divari tra la domanda e l’offerta di lavoro in tutto il mondo. Se i Paesi incentiveranno o meno la migrazione come soluzione a questi divari determinerà in gran parte le traiettorie economiche e sociali nei Paesi del mondo a tutti i livelli di reddito.

I Paesi che stanno invecchiando hanno bisogno di un gran numero di lavoratori stranieri dotati di un’ampia gamma di competenze per sostenere le loro economie e salvaguardare i loro contratti sociali. I Paesi a basso reddito, dal canto loro, hanno un gran numero di giovani disoccupati o sottoccupati, ma solo alcuni di questi hanno le competenze richieste nel mercato del lavoro globale. Il cambiamento tecnologico, una maggiore partecipazione alla forza lavoro, le politiche di natalità e le riforme pensionistiche possono aiutare a soddisfare le esigenze di manodopera dei Paesi ad alto e medio reddito, ma spesso non saranno sufficienti.

Inoltre, l’invecchiamento della popolazione sta esercitando una pressione senza precedenti sulle finanze pubbliche di molti Paesi, visto che gli adulti in età lavorativa, che generano le risorse necessarie per sostenere gli anziani in pensione e non solo, stanno diminuendo. Di fronte a ciò, gli impatti fiscali delle migrazioni sono generalmente positivi.

Nei Paesi OCSE, i contributi fiscali netti dei migranti – misurati come le entrate fiscali e i contributi previdenziali riscossi dai migranti, escludendo i trasferimenti sociali che ricevono – sono spesso addirittura superiori a quelli della popolazione nativa.

Il contributo fiscale netto è maggiore quando i migranti arrivano con competenze e attributi che corrispondono fortemente alle esigenze del Paese di destinazione. Tuttavia, è minore quando i migranti subiscono discriminazioni sul mercato del lavoro o non lavorano al livello delle loro competenze e qualifiche, guadagnando salari inferiori rispetto ai lavoratori nativi.

Gli effetti economici della migrazione sono fortemente determinati dal livello di complementarità delle competenze dei migranti con quelle dei lavoratori del Paese di destinazione. Quando le competenze dei migranti si integrano con quelle già presenti nel mercato del lavoro, la produttività dell’economia locale aumenta, diffondendo diversi benefici sostanziali.

Al di là dei vantaggi a livello economico, la migrazione può essere sfavorevole a livello locale per alcuni gruppi, anche quando le competenze e le caratteristiche dei migranti corrispondono fortemente alle esigenze dell’economia di destinazione. Gli impatti di questo potrebbero farsi sentire nelle aree geografiche e nelle occupazioni in cui si concentrano i migranti, influenzando economicamente i salari e i livelli occupazionali dei cittadini, almeno nel breve termine.

Questo può avvenire per alcuni gruppi di lavoratori – tipicamente per quelli le cui competenze sono simili a quelle dei migranti – avvantaggiando invece i lavoratori complementari. Le variazioni di questo fenomeno tra Paesi riflettono una serie di fattori, tra cui lo stato dell’economia di destinazione, la quota di migranti nella forza lavoro e la complementarità delle competenze tra migranti e cittadini. Come per altre dinamiche economiche, i mercati tendono poi ad adeguarsi attraverso una redistribuzione dei capitali e il movimento dei lavoratori verso altre occupazioni, settori e regioni. Nel corso del tempo, gli impatti negativi tendono a diminuire, soprattutto quando i mercati sono flessibili e i meccanismi di protezione sociale sono efficaci.

Paesi di origine e cambiamento climatico

Finora, la maggior parte dei movimenti indotti dagli impatti dei cambiamenti climatici sono avvenuti all’interno dei Paesi. Tuttavia, il cambiamento climatico rischia di aggravare la situazione delle migrazioni in generale, influenzando l’abitabilità stessa e la produttività di alcune regioni. In ogni caso, gli impatti climatici possono raramente essere isolati da altri fattori di mobilità come la povertà, i fattori demografici o l’instabilità politica.

Si prevede che gli effetti del cambiamento climatico aumenteranno nel tempo. Negli ultimi 15 anni, eventi meteorologici estremi improvvisi hanno provocato lo sfollamento di oltre 300 milioni di persone all’interno dei rispettivi Paesi. Anche gli impatti climatici a insorgenza lenta stanno rimodellando i luoghi in cui le persone vivono e innescando grandi movimenti causati, per esempio, dallo stress idrico, dall’innalzamento del livello del mare e dalla ridotta possibilità di lavorare all’aperto a causa delle alte temperature.

Credits: World Bank, 2023. Creative Commons Attribution CC BY 3.0 IGO. Le traduzioni e gli adattamenti presenti in questo articolo non sono ad opera della Banca Mondiale.