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In libreria – The Jamaat Question in Bangladesh

Un volume a cura di Syed Serajul Islam* e Md Saidul Islam**

Redazione

Nel mondo vi sono più di due miliardi di musulmani, il che fa dell’Islam la seconda religione al mondo dopo il cristianesimo, e, secondo alcune previsioni, entro il 2050 il numero di musulmani supererà quello dei cristiani.

Tra i Paesi con la popolazione musulmana più numerosa dopo l’Indonesia e il Pakistan con circa 240 milioni di musulmani ciascuno e l’India (che ne ospita circa 200 milioni) c’è il Bangladesh, in cui vivono oltre 150 milioni di musulmani.

A dicembre del 2023, la casa editrice Routledge ha pubblicato il volume; “The Jamaat-Question in Bangladesh” – curato da Syed Serajul Islam e e Md Saidul Islam – che raccoglie numerosi contributi di affermati autori islamisti dell’Islam politico bangladesi sul panorama sociopolitico del Bangladesh concentrati sul Jamaat-e-Islami, comunemente noto come Jamaat, il più grande partito islamico del Paese. Il volume, ricco dal punto di vista empirico e articolato teoricamente, utilizza più discipline per cercare di far luce sul ruolo controverso ma importante del Jamaat nella politica del Bangladesh.

Il partito Jamaat fu fondato nel 1941 – nell’allora India britannica – da Abul Ala Maududi, un noto studioso islamico. Dopo la partizione dell’India nel 1947 il partito operò in Pakistan e, successivamente, in Bangladesh dopo l’indipendenza raggiunta nel 1971.

Il Jamaat mira a stabilire uno Stato basato sui principi dell’islam, e promuove una visione conservatrice dell’islam e la sua applicazione nella vita sociale e politica. Il partito è stato un attore importante nel panorama pubblico bangladese, partecipando a varie coalizioni governative e influenzando la politica governativa, specialmente in relazione alle questioni religiose. Inoltre, è stato al centro di numerose controversie, in particolare per il suo ruolo nella guerra di indipendenza del 1971: molti leader del Jamaat sono stati accusati e condannati per crimini di guerra, portando a tensioni e divisioni nel Paese. A seguito di queste controversie, ci sono state richieste per la messa al bando del partito e, in alcune occasioni, esso è stato effettivamente bandito ma ha continuato a operare e ad influenzare la politica nazionale in varie forme, partecipando attivamente alle elezioni e promuovendo il processo democratico nel Paese, oltre che contribuendo a promuovere l’istruzione islamica e varie iniziative di solidarietà.

Il libro esplora in modo approfondito il ruolo e l’evoluzione del partito Jamaat in Bangladesh, analizzandone la storia dalla sua fondazione, il suo ruolo controverso nella guerra di liberazione del Bangladesh nel 1971, la resilienza dimostrata nonostante la repressione del governo attuale, e mostrando anche l’impatto di Jamaat sulla politica, l’istruzione, la sanità e la società bangladese. Il “problema Jamaat” in Bangladesh è una questione che ha ampie implicazioni, sia a livello nazionale che internazionale.

Tra i vari temi trattati nel libro merita di essere segnalato in particolare il capitolo 7, di cui sono autori Mohammad Nakibur Rahman (professore associato di economia finanziaria presso il Thomas College of Business and Economics della University of North Carolina at Pembroke, con un dottorato di ricerca in economia finanziaria presso l’Università di New Orleans in Louisiana) e Abdullah M. Noman (professore associato di economia finanziaria presso lo stesso ateneo e con un dottorato di ricerca presso l’Università di New Orleans, dopo studi di economia presso l’Università islamica internazionale di Islamabad).  Vi si racconta la storia della fondazione della Islami Bank Bangladesh Limited (IBBL) e il ruolo avuto in essa dal Jamaat. L’IBBL fu fondata con il sostegno ideologico e organizzativo di Jamaat, riflettendo le convinzioni e l’impegno sociale dei suoi membri. Il capitolo sostiene che il successo e la prosperità della banca possono essere attribuiti alla dedizione e alla convinzione dei suoi dipendenti, molti dei quali con un passato nell’organizzazione di Jamaat. In linea con il loro credo di promozione del benessere sociale, i membri della Jamaat hanno costruito istituzioni come ospedali, scuole, organizzazioni umanitarie e imprese, e tra queste l’IBBL è diventata la struttura di maggior impatto. L’IBBL è stata leader nel settore finanziario e assistenziale, con un impressionante record positivo di depositi e investimenti. Alcuni degli indicatori di questa performance sono stati:

  • Posizione di mercato: IBBL si è classificata al primo posto nel settore delle rimesse in entrata per gli anni 2007, 2008, 2009 e 2010​​.
  • Performance del mercato azionario: durante il periodo considerato, il rendimento giornaliero delle azioni di IBBL ha superato tutti i dati di rendimento dei mercati emergenti, con un rendimento azionario straordinario del 628%​​.
  • Reputazione e premi: IBBL è stata l’unica tra numerose banche in Bangladesh a vincere ripetutamente il Global Finance Award come una delle migliori e più trasparenti banche al mondo.
  • Impatto sullo sviluppo nazionale: con più del 20% di quota di mercato e 28.543 dipendenti, IBBL ha avuto un ruolo fondamentale nella mobilitazione di depositi e finanziamenti in diversi settori chiave dell’economia, raccogliendo circa un terzo delle rimesse totali in valuta estera in Bangladesh​​.

La banca ha anche dato un notevole contributo all’istruzione, all’assistenza sanitaria e al benessere dei gruppi più emarginati attraverso il suo programma di sviluppo rurale e le iniziative di Responsabilità sociale d’impresa (Corporate social responsibility, CSR). In particolare, tra i dati significativi al riguardo si segnalano:

  • Contributo al benessere sociale: IBBL ha avuto un ruolo di leader nel settore finanziario e assistenziale, con un record impressionante sia in termini di depositi che di investimenti.
  • Supporto ai gruppi emarginati: la banca ha avuto iniziative di successo per migliorare il servizio e la qualità della vita del pubblico e dei gruppi emarginati, come il fornire prestiti a condizioni agevolate attraverso il suo Programma di sviluppo rurale)​​.
  • Contributi all’educazione: IBBL ha investito significativamente nel settore dell’istruzione. Nel corso di 30 anni di operazioni, IBBL ha contribuito con un totale di 1.074,76 milioni di Taka (120 taka equivalgono oggi a 1 euro) in borse di studio. Solo nel 2013, la banca contribuì con 628,37 milioni di Taka al settore dell’educazione​​ e ogni anno IBBL forniva borse di studio a 800 studenti poveri che avevano ottenuto il punteggio massimo negli esami, oltre a borse di studio a 400 studenti meritevoli ma poveri in diverse istituzioni educative. Nel 2013, IBBL spese 28,33 milioni di Taka a favore di 1.800 studenti in questo ambito​​. Inoltre, IBBL avviò un piano decennale per offrire borse di studio del valore di 356,22 milioni di Taka a 10.800 studenti​.
  • Contributo alla salute: IBBL intraprese iniziative a lungo termine per sviluppare il sistema sanitario nazionale, fondando ospedali e contribuendo a diversi programmi sanitari. Istituì sette ospedali di proprietà e sette ospedali comunitari con un totale di 1.032 posti letto​​, ospedali che crearono opportunità di lavoro per 353 medici, 582 infermieri e 2.932 altri dipendenti​​. Inoltre, IBBL avviò diverse iniziative sanitarie, tra cui dispensari, programmi di mitigazione dell’arsenico, campi per circoncisioni, campi oculistici mobili e attività di formazione per ostetriche​​.

Poi, nel 2017 si verificò un cambiamento nella proprietà e nella gestione dell’IBBL, con l’interferenza diretta del governo e del partito Bangladesh Awami League (BAL). In particolare Mustafa Anwar, uno dei fondatori di IBBL e presidente della banca, vendette quasi tutte le sue azioni nel 2017, segnando una sostanziale disconnessione con la banca. Inoltre a gennaio 2017 si verificò un altro significativo cambiamento: oltre al presidente Mustafa Anwar, anche il direttore generale Abdul Mannan fu estromesso, mentre un gruppo basato a Chittagong acquistò azioni dal mercato azionario, ottenendo il controllo della banca, così da allontanare la banca dall’influenza della Jamaat, licenziando molti funzionari con legami con quel partito.

Questi tentativi erano, in realtà, iniziati già nel 2012, dopo che a novembre 2011 la Dhaka Stock Exchange Commission aveva introdotto nuove regole, secondo le quali per essere un direttore occorreva detenere almeno il 2% delle azioni della società, riducendo così di fatto l’influenza esclusiva degli individui e delle istituzioni legati alla Jamaat in IBBL. Gli sforzi si erano poi intensificati a partire dal giugno 2016 per portare nel 2017 alla nomina di nuovi direttori azionisti e direttori indipendenti, con un consiglio di amministrazione controllato completamente dal governo guidato dal BAL​​. Tutto ciò va contestualizzato all’interno di una fase storica in cui, nel 2013, scoppiò una rivolta del cosiddetto Movimento Shahbag, sostenuto dall’attuale regime del governo autoritario del BAL, che chiese la cancellazione totale della Jamaat dal Bangladesh (come è ricostruito in: S. Parvez (2022), “Understanding the Shahbag and Hefajat Movements in Bangladesh: A Critical Discourse Analysis”, Journal of Asian and African Studies, Vol. 57 (4), pp. 841–55). In seguito, i cinque principali leader della Jamaat furono impiccati per presunti crimini contro l’umanità compiuti durante la guerra di liberazione del 1971. Da allora, è stato imposto un divieto non ufficiale sul Jamaat con una massiccia repressione dei suoi attivisti e delle istituzioni sociali, e al partito non è stato permesso di partecipare alle successive elezioni nazionali (come documentato varie volte da Al Jazeera).

Gli eventi significativi in termini di governance della banca che nel 2017hanno portato a una svolta nella storia di IBBL, sono coincisi con l’avvio di una fase contrassegnata da episodi di corruzione diffusa e da una inversione di rotta della banca in termini di performance. Per citare due casi concreti:

  1. Negli ultimi anni sono aumentate le segnalazioni di irregolarità nei prestiti. È stato, per esempio, riferito che nel novembre 2021, sono stati concessi prestiti per diversi miliardi di Taka a istituzioni con indirizzi falsi​​.
  2. Il cambio di direzione della banca ha coinciso con l’inizio di un abbassamento del rating dell’IBBL per quanto riguarda la sicurezza e l’affidabilità dei depositi dei clienti

Gli sviluppi recenti hanno, perciò, sollevato domande sulla competenza del BAL in termini di gestione finanziaria, confrontandola sfavorevolmente con quella di Jamaat, soprattutto considerando le pratiche di malversazione denunciate in IBBL dopo il cambio di leadership.

Il caso dell’IBBL analizzato nel volume (e il suo legame con Jamaat) rappresentano comunque un esempio concreto di quella che si definisce finanza islamica per lo sviluppo. Un concetto questo che unisce i principi della finanza islamica con gli obiettivi di sviluppo socioeconomico e solidarietà, in particolare in contesti dove la maggioranza della popolazione segue l’Islam. La IBBL operava secondo i principi della finanza islamica, che include il divieto di interessi (in quanto considerati usura), la promozione di investimenti etici e la condivisione dei rischi, principi che sono in linea con la Sharia, la legge islamica.

Occorrerebbero informazioni di dettaglio (sull’intero portafoglio di investimenti, per esempio) e di contesto per approfondire l’analisi dell’esperienza di IBBL collegata al partito Jamaat ma, in generale, è chiaro che i principi e l’approccio richiamati risultano particolarmente rilevanti in Paesi come il Bangladesh, dove una grande parte della popolazione è musulmana e dove esiste un bisogno critico di sviluppo economico e sociale per contrastare povertà e disuguaglianze.

Per questa ragione, a cominciare dalla dimensione economico-finanziaria illustrata nel capitolo, il libro recentemente pubblicato ha il merito di misurarsi in termini fattuali con un tema che da molti anni è importante, divisivo, spinoso e drammatico non solo in Bangladesh ma, in generale, nel mondo.

Nonostante la sua partecipazione e il suo contributo alla maggior parte dei movimenti democratici e di giustizia sociale in Bangladesh sin dall’indipendenza, la Jamaat era e continua ad essere detestata da un’ampia fascia di popolazione in Bangladesh. Diversi rapporti stimano che in Bangladesh siano state intentate cause contro centinaia di persone (se non milioni – sia leader che lavoratori) della Jamaat in tutto il Paese, con circa diecimila membri del partito detenuti in prigione nel 2020. Un fenomeno politico, ma anche culturale e sociale così ampio da non poter essere ignorato. Di grande interesse appaiono quindi volumi come questo, che si propone di contribuire allo sviluppo di una nuova era di riconciliazione tra politica islamica e politica laica, in Bangladesh e non solo.