Tasso di inflazione 2022
La pubblicazione World Economic Outlook 2023 uscita ad aprile e pubblicata dal Fondo monetario internazionale è un rapporto che presenta l’analisi e le proiezioni dello staff del Fondo sullo sviluppo economico a livello mondiale, nei principali gruppi di Paesi e in molti Paesi singoli. Il rapporto contiene dati statistici su vari indicatori macroeconomici, come il PIL, l’inflazione, la disoccupazione, la bilancia dei pagamenti, gli indicatori fiscali, il commercio e i prezzi delle materie prime.
Il dato generale è che l’economia mondiale si trova ancora una volta in un momento di grande incertezza, con gli effetti cumulativi di shock negativi degli ultimi anni, in particolare la pandemia da COVID-19 e l’invasione della Russia in Ucraina, che si stanno manifestando in modo imprevisto.
Stimolata da una domanda repressa, dalle persistenti interruzioni dell’offerta e dai prezzi crescenti delle materie prime, l’inflazione ha raggiunto livelli elevati l’anno scorso in molte economie, portando le banche centrali a misure fortemente restrittive (con l’aumento dei tassi di interesse) per riportare l’inflazione verso livelli più bassi e a mantenere moderate le aspettative di inflazione.
Dalla metà del 2022 l’inflazione globale complessiva è diminuita. Il calo dei prezzi dei combustibili e delle materie prime energetiche, in particolare negli Stati Uniti, nell’area dell’euro e in America Latina, ha contribuito a questo calo.
L’inflazione, al netto della volatilità dei prezzi dei generi alimentari e dell’energia, è in discesa negli ultimi mesi, seppure a un ritmo più lento dell’auspicato. I tassi di inflazione rimangono in media circa il doppio dei livelli precedenti al 2021 e, quindi, molto al di sopra dell’obiettivo per quasi tutti i Paesi che hanno un obiettivo di inflazione. Inoltre, le differenze tra le economie riflettono la loro diversa esposizione agli shock di fondo. Ad esempio, l’inflazione complessiva è di quasi il 7% annuo nell’area dell’euro – con alcuni Stati membri che registrano tassi vicino al 15% –, mentre nel Sud globale si va da casi estremi, con punte attorno al 200% annuo (Venezuela e Zimbabwe), casi comunque superiori al 100% (Sudan), grandi economie con tassi superiori al 70% (Argentina) e, dal lato opposto, situazioni come Benin, Bolivia e Cina con tassi d’inflazione sotto la soglia del 2%.
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