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Povertà nel mondo WB 2023, soglia 2,15 US$ al giorno

Redazione

Per monitorare i progressi verso l’obiettivo di eliminare la povertà estrema o assoluta entro il 2030, le Nazioni Unite si basano sulle stime della Banca Mondiale relative alla percentuale di popolazione mondiale che si trova al di sotto della soglia di povertà internazionale.

In particolare, la Banca Mondiale utilizza i dati raccolti attraverso indagini campionarie sulle famiglie svolte da agenzie statistiche governative e dai dipartimenti nazionali della stessa Banca Mondiale per calcolare la percentuale di popolazione che vive con un reddito disponibile pro capite inferiore ad alcune soglie di povertà espresse in dollari statunitensi e con l’uso del metodo della Parità del potere d’acquisto nel 2017.

Inizialmente la soglia di povertà estrema o assoluta era stata fissata a 1 dollari al giorno pro capite, poi tale valore soglia aumentò a seguito di periodici aggiornamenti: in termini di beni e servizi offerti, il valore è rimasto sostanzialmente lo stesso, perché sono cambiate le unità di misura in cui vengono conteggiate le vecchie e le nuove cifre. L’attuale cifra di 2,15 dollari è espressa in dollari del 2017.

La Banca Mondiale pubblica i dati per ogni Paese, con l’ultimo dato disponibile, che varia a seconda dei casi: nel 2023, i dati disponibili più recenti sono quelli relativi al 2022 (Indonesia), ma in diversi casi l’ultimo dato disponibile risale a molti anni prima, in alcuni casi addirittura agli anni Novanta.

La situazione è complessivamente migliorata in termini di popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà estrema o assoluta: nel 1990 c’erano 2 miliardi di persone che vivevano con l’equivalente dei 2,15 dollari al giorno utilizzati oggi e, in termini assoluti, il numero maggiore di poveri si concentrava in Asia orientale, subito dopo si collocava l’Asia meridionale e, a seguire, l’Africa sub-sahariana.

Nel 2019, il numero assoluto era sceso a circa 650 milioni di persone, concentrate soprattutto in Africa sub-sahariana (391,3 milioni) e Asia meridionale (161 milioni), mentre in Asia orientale si è registrato la più grande diminuzione (24,6 milioni).

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