Conflitti tra coltivatori e allevatori scatenati dal cambiamento climatico in Nigeria
Un'agricoltura tecnologicamente avanzata può essere la soluzione?
In Nigeria i conflitti tra coltivatori e allevatori hanno indubbiamente profonde radici storiche. Gli effetti del cambiamento climatico li hanno però esasperati e hanno dato loro nuove dimensioni. Questa particolare crisi si colloca nell’ambito delle lotte – innescate dal cambiamento nel clima – per l’acqua e per le risorse naturali, in conseguenza della migrazione degli allevatori dalle aride terre del nord verso le regioni meridionali della Nigeria. Eppure, per molto tempo gli allevatori-pastori nomadi del nord e le comunità agricole del sud hanno mantenuto relazioni reciproche. Spesso i pastori si stabilivano nelle comunità agricole e intrattenevano buoni rapporti con gli agricoltori, per ottenere benefici nelle loro attività di transumanza. I due gruppi si assicuravano a vicenda protezione e sicurezza alimentare ed attuavano forme di scambio. Le fattorie fornivano pascolo e mangimi per le greggi, e queste ultime producevano concime per fertilizzare i terreni coltivati. Tuttavia, negli ultimi anni, questa interdipendenza economica è stata in gran parte compromessa e rimpiazzata invece dalla reciproca distruzione dei mezzi di sussistenza con continui e violenti conflitti, che hanno come posta le risorse naturali come il terreno da pascolo e l’acqua.
Le caratteristiche terribilmente distruttive di queste dispute hanno inoltre provocato una crisi economica – per lo sconvolgimento delle attività agricole e di pastorizia – che quindi minaccia la sicurezza alimentare e la capacità di sussistenza e parallelamente ostacola la lotta alla povertà e alla fame, ovvero gli indicatori basilari per uno sviluppo sostenibile. Agricoltori e allevatori avanzano molte critiche nei confronti dell’economia agraria della Nigeria e della sua catena di valore alimentare. L’importante ruolo economico di questi soggetti è determinato dalla loro possibilità di accesso all’acqua e alle risorse del suolo. Appare quindi imperativo avanzare suggerimenti basati sulle moderne tecnologie per realizzare interventi volti ad affrontare le cause sottostanti al conflitto e al tempo stesso favorire forme di sussistenza stabile, sia per gli agricoltori che per gli allevatori.
Il cambiamento climatico come causa scatenante
Come rappresentato nella figura, l’estrema siccità, la diminuzione delle risorse e la desertificazione nelle zone settentrionali della Nigeria minacciano la vita dei pastori-allevatori, costringendoli a difficili scelte ed a inevitabili e pericolose migrazioni verso sud. Circa il 35% delle aree della fascia settentrionale della Nigeria stanno diventando aride, e viene così minacciata la sopravvivenza di circa 15 milioni di persone dedite all’allevamento. Il flagello della desertificazione sta dilagando nei dipartimenti settentrionali di Bauchi, Niger, Gombe, Yobe, Kebbi, Zamfara, Sokoto, Katsina, Plateau, Kano, Jigawa e Borno, e le riserve di acqua e i pascoli si stanno esaurendo. Gli insediamenti agricoli rendono sempre meno e le ondate di calore e la siccità colpiscono sia uomini che animali, aumentando così fame e povertà.
Questa situazione provoca la frequente migrazione verso sud degli allevatori col loro bestiame, e la lotta per le risorse ormai divenute scarse porta ad aspri conflitti fra loro e gli agricoltori proprietari di terreni. Questi ultimi lamentano che le greggi distruggono coltivazioni e raccolti e che la qualità biofisica del suolo viene danneggiata dal continuo sovrapascolo. Altro punto di conflitto è costituito dallo sfruttamento eccessivo delle fonti idriche locali e dal loro inquinamento. I tentativi di impedire il pascolo alle mandrie spesso provocano duri scontri. Per gli allevatori, i motivi di lamentela sono i furti di bestiame da parte degli agricoltori, i maltrattamenti nei confronti dei mandriani e inoltre la commercializzazione degli scarti dei raccolti e il divieto di accesso all’acqua e alle vie di passaggio per le mandrie. Gli scontri sono spesso di natura molto violenta e possono comprendere la violazione di norme culturali, la distruzione di risorse, proprietà private e scorte alimentari, e molestie e stupri di donne. Questi sono gli effetti principali della migrazione degli allevatori verso sud causata dal cambiamento climatico.
Le conseguenze di tali conflitti sono di grande rilevanza per la Nigeria, in termini di sviluppo sostenibile e di sicurezza interna. Si stima che, nel 2018, sono sfollate 300.000 persone e che a causa degli scontri ci siano stati 2.500 morti nel 2016 e circa 1.300 nel primo trimestre del 2018. Per dare un’idea, si tratta di un numero di morti superiore a quello causato dalla rivolta di Boko Haram. Il Nigerian Security Tracker riporta che tra il 2012 e il 2021 i pastori hanno effettuato 478 attacchi, uccidendo 3.652 persone. Anche se le statistiche in questione possono essere imprecise, esse lasciano comunque intuire l’aspra natura di questi conflitti.
Problemi per lo sviluppo sostenibile
La Nigeria è uno degli Stati africani con i più alti livelli di insicurezza alimentare. Questo problema si è aggravato nel corso degli ultimi quindici anni anche a causa dei devastanti conflitti tra pastori e agricoltori che hanno colpito il paese tra il 2015 e il 2018. Lo sconvolgimento nel settore agrario, la scarsità di manodopera, le minacce alla sussistenza, la denutrizione, gli sfollamenti e la perdita di introiti hanno determinato un aumento dell’insicurezza alimentare pari al 13,4%. Agricoltura e allevamento sono le due fonti più importanti di sussistenza e sicurezza alimentare, in Nigeria. Entrambe sono state però duramente colpite e la fame e la miseria vengono incrementate dalle conseguenze negative del cambiamento climatico, poiché pastori ed agricoltori – come gli ecosistemi da cui dipende la loro sussistenza – sono fortemente vulnerabili al peggioramento del clima e il problema viene esacerbato anche dalle crisi politiche e socioeconomiche del paese.
I capisaldi dello sviluppo – sussistenza e sicurezza alimentare – sono interconnessi e di grande rilevanza nel dibattito su conflitti e lotta alla povertà. Sicurezza della sussistenza significa disporre delle risorse e delle capacità per soddisfare in modo efficace le necessità di base in modo sostenibile e poter così vivere al di sopra della soglia di povertà. La sicurezza alimentare, secondo la FAO, consiste in un accesso sostenibile a cibi di buona qualità che soddisfino i requisiti nutrizionali per poter vivere in buona salute. L’accesso al buon cibo, alla terra, all’acqua, ad abitazioni, servizi sanitari, istruzione, e un coinvolgimento partecipativo della comunità sono indicatori fondamentali per assicurare la sussistenza. Gli indicatori di sicurezza alimentare sono la disponibilità di cibo, la sua accessibilità e la possibilità di consumarlo in modo continuativo. Il peggioramento dei conflitti tra agricoltori e pastori incide in modo diretto sugli indicatori di sussistenza e di sicurezza alimentare, aumentando la povertà, la fame e l’ingiustizia sociale e indebolendo le categorie più vulnerabili, nel panorama sociale della Nigeria.
Come può essere d’aiuto l’innovazione tecnologica?
Mentre le attività di transumanza costituiscono un rischio per allevatori e agricoltori e aumentano la propensione al conflitto a causa degli effetti del cambiamento climatico, una scelta di sedentarietà – all’interno di un contesto agricolo tecnologicamente avanzato – sarebbe un punto di svolta fondamentale per porre fine a questo ciclo conflittuale e far sviluppare anche in Nigeria il potenziale degli allevamenti, come è stato fatto in Brasile, USA, Australia, Nuova Zelanda, Argentina e Uruguay, per menzionare solo alcuni esempi. Un tale orientamento avrebbe anche enormi potenzialità in termini di sradicamento della povertà e di raggiungimento del traguardo di “fame zero” in Nigeria entro il 2030, aumentando la produttività e migliorando l’agroindustria e le capacità di sussistenza. In Nigeria il settore dell’allevamento e della pastorizia non è redditizio quanto ci si potrebbe attendere. Contribuisce pochissimo al Prodotto Nazionale Lordo (PNL) nigeriano, a paragone di quello di nazioni come Israele, USA e Filippine. Questo basso rendimento è imputabile alla pratica della transumanza e ai conseguenti conflitti con gli agricoltori. Il bestiame viene costretto a percorrere lunghe distanze, e questo danneggia molto sia la produzione di latte che la qualità della carne.
L’adozione di idonee tecnologie nella vita degli allevatori può facilitare lo sviluppo di forme innovative di agricoltura, un’adeguata irrigazione del suolo e un aumento della sua fertilità, e anche uno sviluppo nelle tecniche di allevamento e selezione genetica del bestiame che potrebbe prevenire il nomadismo e i conflitti. In un simile nuovo contesto ci sarebbero incredibili potenzialità per minimizzare rischi e le perdite per gli allevatori e ci sarebbe anche un minore impatto sull’ecosistema con la riduzione del sovrapascolo, consentendo il recupero di terreni e diminuendo le occasioni di contrasto tra allevatori e coltivatori.
Per contrastare la scarsità di acqua e la siccità – effetti negativi del cambiamento climatico – le soluzioni tecnologiche dovrebbero comprendere, pur senza limitarsi a questo, lo stoccaggio di riserve idriche, l’irrigazione tramite canali, le tecniche di microirrigazione, l’irrigazione a goccia, quella a gorgogliamento e tramite micro-spray. Ed inoltre la semina di elementi fungini e il trattamento della vegetazione per lo stress idrico, l’uso di acido silicico stabilizzato per la tolleranza alla siccità, e poi ancora la programmazione dell’irrigazione, la creazione di sistemi di supporto decisionale, l’uso di tecnologie di miglioramento dell’efficacia idrica, di tecnologie di tamponamento idrico, di meccanismi di raccolta delle acque piovane, di tecnologie di desalinizzazione dell’acqua, di riutilizzo delle acque reflue e l’uso di sensori portatili per la ricerca di fonti idriche nel sottosuolo.
A livello generale, l’innovazione tecnologica rappresenta un fattore decisivo per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, in particolare ai fini di una pace sostenibile, della protezione della sussistenza e della sicurezza alimentare, della riduzione di fame e povertà e per lo sviluppo dell’economia agraria. La necessità dell’impiego di moderne tecnologie per ridurre la transumanza e i suoi effetti sta diventando sempre più evidente. Quindi, nel contesto dei conflitti tra allevatori e agricoltori in Nigeria, l’applicazione di tecnologie avanzate a ogni aspetto dei sistemi di allevamento e pastorizia – ivi compresi i rifornimenti idrici alternativi, i mezzi di trasporto, la cura sanitaria del bestiame, l’identificazione digitale dei capi, i sistemi di informazione satellitare sulle risorse naturali, la conoscenza dei mercati e l’uso di polizze di assicurazione sul bestiame – è di essenziale importanza.
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Foto Credits
In copertina: World Bank Photo Collection, Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-NC-ND 2.0) attraverso Flickr
Mappa: Ignatius, A. M. (2016) “Rurality and climate change vulnerability in Nigeria: Assessment towards evidence based even rural development policy”.