Le credenze magico-religiose e il benessere dei bambini
Per migliorare il benessere dei bambini bisogna comprendere le credenze e le consuetudini culturali.
Ovunque, nel mondo, i genitori attribuiscono ai loro figli valori differenti, basati sul sesso, sull’ordine di nascita, sulle loro capacità cognitive, e così via. Ciò conduce spesso a ineguaglianze nella destinazione di risorse tra fratelli e sorelle. Esempi ben noti di tale situazione sono, nei paesi in via di sviluppo, le preferenze nei confronti dei maschi e la conseguente discriminazione di genere che ne deriva in relazione a cure mediche ed istruzione. Parallelamente, in quei paesi troviamo differenze, legate al genere o all’ordine di nascita, nel tempo che i genitori dedicano ai loro figli. Oltre che dalle caratteristiche proprie dei bambini, la percezione del valore dei figli da parte dei genitori è influenzata anche dalla cultura prevalente e dalle credenze popolari. Ad esempio, in alcuni gruppi etnici dell’Africa subsahariana i gemelli vengono adorati come divinità (come presso gli Yoruba in Nigeria), mentre presso altri sono considerati malefici e portatori di disgrazie (come per gli Antaboque del Madagascar). In molte culture i bambini che nascono con qualche handicap o disturbo sono considerati una forma di punizione da parte della divinità per le colpe dei genitori, e si crede che portino sfortuna e provochino sciagure. Nelle Filippine le bambine colpite da calvizie sono considerate responsabili per le difficoltà della famiglia, e vengono chiamate sumpa (maleficio). Nelle aree rurali dell’India, un handicap fisico viene ritenuto effetto di una maledizione e di un karma negativo oppure, al contrario, percepito come segno di poteri e doni fuori del comune, mentre in Romania i bambini disabili sono considerati “cattive nascite” e “perdite irreparabili”, con conseguente stigmatizzazione e talvolta abbandono. Tutti questi esempi suggeriscono che le credenze magico-religiose dei genitori possono avere influenza su quanto essi investono nella salute e nell’istruzione dei figli, e possono condurre a diseguaglianze nelle risorse loro destinate.
Un esempio: il culto dei gemelli …
In molte zone dell’Africa i gemelli vengono adorati, e si crede che portino fortuna ai loro genitori. Ogni volta che i media si occupano di questo tema, il Benin viene sempre citato per il suo culto dei gemelli. Questi si radunano in una cerimonia annuale, che viene organizzata in settembre a Ouidah (Benin sudorientale) dalla Benin Twins Association. In realtà, la venerazione per i gemelli risale all’inizio del XVIII secolo quando, dopo la morte del re Akaba, la sua sorella gemella Hangbe divenne regina del Dahomey, sebbene ciò non fosse usuale per una donna. Inoltre, il Benin ha la più elevata percentuale nazionale di gemelli del mondo: 27,9 per mille, a paragone di una media mondiale di 13,1.
In Benin, la nascita di gemelli è considerata una benedizione celeste e viene seguita da riti particolari, per conoscere quale sarà il loro destino e quali regole la famiglia debba rispettare. Ai gemelli vengono dati nomi speciali e si ritiene che possiedano poteri soprannaturali. Essi simboleggiano gli antenati che diedero origine alla razza umana, e si crede che che possano influenzare il destino delle persone grazie alla loro capacità di entrare in contatto con la divinità suprema. Dopo la morte, i gemelli vengono ritratti in statuette di legno, collegate a complessi rituali.
In Benin esistono oltre 50 etnie, generalmente divise in otto gruppi maggiori, che comprendono anche i sottogruppi ad essi collegati: Fon, Adja, Yoruba, Bariba, Peulh, Betamaribe, Yoa-Lokpa e Dendi. I primi tre gruppi (Fon, Adja e Yoruba) sono stanziati nelle regioni meridionali e centrali del Benin e sono storicamente legati al voodoo, mentre gli altri vivono nelle regioni settentrionali. Sebbene il culto dei gemelli in Benin abbia ampie radici nel voodoo, va osservato che la grande considerazione e il trattamento preferenziale accordato ai gemelli non è esclusivo delle culture affiliate al voodoo. Ad esempio, i gemelli sono venerati e considerati esseri speciali anche dai Bariba (il più grande gruppo etnico del Benin non legato al voodoo). Il culto dei gemelli può essersi indebolito con la modernizzazione, ma le regole e le credenze socioculturali che ne derivano sembrano continuare ad esistere.
… si traduce in maggiori investimenti familiari nella prevenzione sanitaria per i gemelli.
In un campione di oltre 33.000 bambini del Benin di età inferiore a cinque anni, ho riscontrato che i gemelli ottengono più frequentemente, rispetto agli altri, l’immunizzazione completa – ricevono cioè tutti gli otto vaccini contemplati dalle procedure standard di vaccinazione del Benin. Questo effetto, che ho definito trattamento preferenziale dei gemelli, è di ragguardevole entità e corrisponde a quasi il triplo dell’effetto di genere sulle vaccinazioni infantili in India. Nell’India rurale equivale a più di due quinti dell’effetto ottenuto con i campi mensili per la vaccinazione completa dei bambini da uno a tre anni, o all’effetto prodotto da 7,7 anni di istruzione supplementare della madre del bambino.
Questo trattamento preferenziale dei gemelli va a beneficio sia dei maschi che delle femmine, e corrisponde a un trattamento egualitario dei gemelli indipendente dal sesso. Inoltre, il trattamento prefenziale dei gemelli risulta simile sia tra gli adepti al voodoo che tra gli altri, il che probabilmente deriva da un alto livello di sincretismo presente tra questi ultimi gruppi, e dal fatto che i gemelli sono comunque venerati o considerati molto positivamente anche in altre culture, come pure tra cristiani e musulmani. Infine, il trattamento preferenziale dei gemelli risulta essere analogo sia tra la popolazione povera che in altre fasce sociali, e non diminuisce in dipendenza dell’urbanizzazione o di una maggiore istruzione.
Le ragioni di questo trattamento speciale sono duplici. Si onorano i gemelli per rispettare le credenze e le tradizioni ad essi collegate, e lo si fa per beneficiare della fortuna e delle benedizioni che i gemelli, come si crede, apporteranno alla famiglia. La prima motivazione si riferisce alle credenze soprannaturali e all’approccio comportamentale, mentre la seconda è in accordo con un’analisi costi-benefici in cui i genitori e la famiglia in senso allargato accordano un trattamento preferenziale ai gemelli per assicurarsi le maggiori ricompense possibili in termini di fortuna e prosperità e anche di prestigio e considerazione all’interno della comunità. La credenza sulla fortuna e la felicità apportate dai gemelli si ritrova chiaramente in alcune canzoni degli Yoruba in lode dei gemelli: “Hanno reso ricco il povero, hanno rivestito gli ignudi. O maestosi e splendidi gemelli, nati a Ishokun, fate che io plachi la fame, fate che io plachi la sete …”
Che importanza ha tutto questo?
A motivo delle sue conseguenze di lungo periodo sulla crescita economica, sulla distribuzione della ricchezza e sul benessere sociale, l’investimento genitoriale sul capitale umano rappresentato dai figli ha dato luogo allo sviluppo di un’ampia letteratura, in economia. Tuttavia, relativamente poca attenzione è stata dedicata a fattori come la cultura e le credenze popolari, con la notevole eccezione delle differenze di genere, che sono state analizzate rispetto alla cultura e alle norme sociali esistenti. Nonostante i grossi investimenti volti a combattere le difficoltà di approvvigionamento, la diffusione delle vaccinazioni (e di altre misure volte a ridurre la mortalità infantile) resta bassa, nell’Africa subsahariana.
Una maggiore comprensione delle motivazioni degli investimenti dei genitori sulla salute dei loro figli è quindi cruciale per coprire l’”ultimo miglio” e per poter sradicare malattie infantili che possono essere prevenute e raggiungere il traguardo 3.2 dei SDG (Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile individuati dall’ONU) rispetto alla mortalità infantile e neonatale. Più in generale, questa ricerca sottolinea l’importanza di una maggiore attenzione ai sistemi di credenze che influenzano l’investimento parentale sul benessere del capitale umano rappresentato dai bambini.
Foto Credits: Global Partnership for Education – Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-NC-ND 2.0), attraverso Flickr