Le potreste #EndSARS: cosa sta succedendo in Nigeria?
La Nigeria, una nazione multietnica, multiculturale e multireligiosa, con una popolazione di circa 200.96 milioni di persone, conquistò l’indipendenza dal Regno Unito il 1° ottobre del 1960. Tuttavia, il monarca britannico, la Regina Elisabetta II, rimase Capo di Stato fino al 1963, quando la nazione divenne una Repubblica e adottò una nuova Costituzione. Da quel momento, il governo del Paese è passato attraverso quattro repubbliche e numerosi anni di controllo militare.
Il sistema di governo
Prima dell’indipendenza politica ottenuta dalla Gran Bretagna nel 1960, il Paese era guidato da un governo federale sottoposto al regime coloniale. Una volta ottenuta l’indipendenza, la Nigeria ha continuato ad avere un governo federale che riuniva le tre regioni ereditate dal governo coloniale. Questi territori – la regione Orientale, la regione Settentrionale e la regione Occidentale – avevano ognuna la propria costituzione, organi di governo a livello regionale e un certo livello di autonomia. Nel 1963 fu creata una quarta regione (regione del Mid-West), distaccatasi dalla regione Occidentale. In seguito, nel 1967, le regioni furono suddivise in dodici Stati, ciascuno governato da un governatore statale. Nel 1976 furono creati altri sette Stati per un totale di diciannove e nel 1987 ne furono formati altri due, per un totale di ventuno Stati. Infine, nel 1991 ne sono stati creati altri nove e nel 1996 ne sono apparsi altri sei, portando così il numero totale di Stati nel Paese a trentasei.
Attualmente la Nigeria, che ha tre livelli di governo (federale, statale e locale), 36 stati, un Territorio della capitale federale (FCT) e 774 aree di governo locale (LGA), ha un sistema di governo federale / presidenziale con il potere ripartito tra esecutivo, legislativo e giudiziario. La costituzione, che è scritta, include disposizioni per le aree in cui sia il governo federale che quello statale possono esercitare i loro poteri. Ad esempio, l’elenco dei poteri esclusivi contiene materie sulle quali solo il governo federale può legiferare; l’elenco delle materie in legislazione concorrente contiene gli ambiti sui quali sia il governo federale che quelli statali legiferano; mentre la legislazione residuale consta delle materie che sono riservate esclusivamente agli stati.
L’organo legislativo, che ha la responsabilità di elaborare le leggi per il Paese, è l’Assemblea Nazionale, primo ramo del governo. L’Assemblea Nazionale è una legislatura bicamerale e comprende un Senato (camera alta) e una Camera dei rappresentanti (camera bassa). I membri dell’Assemblea sono eletti per un mandato di quattro anni e non ci sono limiti alla possibilità di rielezione.
Il Senato è composto da 109 senatori, dato che ogni Stato ha 3 collegi senatoriali, con un senatore per collegio, e la FCT (Territorio della Capitale Federale, ndt) ne ha uno. È presieduto dal Presidente del Senato nigeriano.
La Camera federale dei rappresentanti della Nigeria conta 360 membri in rappresentanza dei 36 stati (dieci membri per Stato) ed è presieduta dallo Speaker.
L’esecutivo (il secondo ramo del governo) è guidato dal Presidente, che riveste i ruoli di Capo di Stato e Capo del governo ed è Comandante in capo delle forze armate. La Costituzione stabilisce che il Presidente debba essere eletto con la maggioranza dei voti, di cui almeno il 25% ottenuti nei due terzi dei 36 stati della Nigeria (ovvero in 24 Stati). Inoltre, egli/ella può esercitare la carica per un massimo di otto anni in due mandati, dopodiché non può più ricandidarsi. Il Presidente ha un vice, nomina i Ministri (Ministri senior) e i Ministri di Stato (Ministri junior), e distribuisce diversi altri incarichi politici che assistono nella gestione del governo a livello federale.
Il terzo ramo del governo, il potere giudiziario (la Corte federale Suprema, la Corte federale d’Appello, le Alte Corti federali e altri fori e tribunali specializzati), è guidato dal Capo del sistema giudiziario del Paese (Chief Justice), che presiede anche il tribunale di più alto grado (la Corte federale suprema). Il Presidente nomina i giudici e i presidenti dei tribunali federali, compreso il Presidente della Corte federale suprema, sulla base delle raccomandazioni del Consiglio giudiziario nazionale. Tali nomine devono essere convalidate dal Senato. A livello statale, il governatore di ogni Stato nomina i giudici dei tribunali statali su raccomandazione del Consiglio statale del servizio giudiziario. Tale raccomandazione deve essere confermata dall’Assemblea parlamentare di Stato.
Esistono quattro codici legislativi nel sistema giudiziario o legale della nazione: le leggi consuetudinarie, il diritto comune (Common law), la legislazione ordinaria e quella della Sharia. Le leggi consuetudinarie sono i regolamenti tradizionali risultanti da norme, credenze e pratiche indigene. I tribunali, presieduti dai governanti tradizionali, amministrano sempre le leggi consuetudinarie. La Common law si è sviluppata a partire dall’indipendenza post-coloniale, mentre le leggi ordinarie sono norme di derivazione inglese, leggi britanniche ereditate dai governatori coloniali e da allora riviste e migliorate. Le leggi della Sharia (leggi islamiche) invece si applicano ai musulmani nella parte settentrionale del Paese e sono amministrate dagli Hadis, che sono giudici islamici.
A livello statale, ogni Stato ha un governatore (al quale sono conferiti i poteri esecutivi di tale Stato) e un vicegovernatore, oltre a commissari e altri incaricati che assicurano la regolare ed efficiente amministrazione dello Stato. In aggiunta, il territorio della capitale federale elegge un Ministro per supervisionare gli affari del territorio. Il sistema legislativo a livello statale è unicamerale, esiste dunque solo una camera legislativa (la State House of Assembly).
Per quanto riguarda l’amministrazione dei governi locali, ognuno è governato da un Presidente, con consiglieri eletti per gestire i lavori del Consiglio. Tutti gli stati e i governi locali della federazione dipendono dall’assegnazione dei fondi stabilita dal governo federale, senza la quale la maggior parte di essi non potrebbe funzionare.
La Nigeria ha un sistema multipartitico, con circa novantadue (92) partiti politici registrati nel 2019. Tuttavia, all’inizio di quest’anno (2020), l’organo elettorale (la Commissione elettorale nazionale indipendente, INEC) ne ha depennati 74 dai registri ufficiali, perché non soddisfacevano i requisiti fondamentali per poter continuare ad essere considerati partiti politici. In seguito a questa decisione, la nazione si è ritrovata con solamente 18 partiti rispetto ai 92 esistenti l’anno precedente.
Nel maggio 2018 il Presidente ha firmato un emendamento costituzionale che consente a un candidato indipendente di presentarsi alle elezioni sia a livello federale che statale. Inoltre, il Presidente ha firmato un disegno di legge (la legge “Not Too Young to Run”- Non si è troppo giovani per candidarsi) che consente ai giovani di candidarsi per le cariche politiche del Paese. Questa misura ha aiutato a sensibilizzare i giovani e durante le elezioni presidenziali del 2019 in molti si sono candidati ad una carica politica, compresa quella della presidenza.
La situazione politica e le sfide
La situazione politica in Nigeria nel corso degli anni non è stata incoraggiante. Si può dire che gli interventi militari nella vita politica (1966-1979; 1983-1985; 1985-1993; e 1993-1999) abbiano profondamente influenzato il modo in cui viene gestito il governo del Paese. Sebbene dopo il passaggio al governo civile del 1999 si sia registrata una certa stabilità delle istituzioni politiche a tutti i livelli, il ceto politico del paese sembra ancora in una non facile fase di apprendimento dell’arte del governo; stando così la situazione, diverse criticità continuano a segnare la gestione della nazione. I governi succedutisi negli anni non sembrano aver soddisfatto i bisogni dei cittadini e il Paese passa da una sfida all’altra.
Al momento dell’indipendenza la Nigeria aveva un sistema di governo parlamentare ma nel 1979 ha adottato un sistema presidenziale, come quello degli Stati Uniti. Nonostante questo, le grandi sfide politiche ed economiche che il Paese doveva affrontare non sono state risolte.
Nel 1999, quando iniziò l’attuale quarta repubblica, il popolo era pieno di speranza per una nazione migliore; tuttavia, secondo quanto gli stessi cittadini affermano, non sono stati registrati molti progressi. Certamente ci sono stati alcuni miglioramenti nell’area della crescita economica, nel pagamento dei debiti, nelle telecomunicazioni e così via, ma non sono stati progressi sufficienti a dare speranza alla gente. Sembra proprio che il Paese non sia stato fortunato nella sua governance e che la maggior parte delle persone al potere non sia riuscita a promuovere lo sviluppo del Paese.
Questo ha comportato una serie di gravi incertezze a livello politico e nel progresso della nazione. Ad esempio, il sistema amministrativo presenta un grave stato di incoerenza politica e di inefficienza delle sue istituzioni e sono evidenti i problemi nell’applicazione dello stato di diritto, il rispetto dei diritti umani fondamentali e la tutela della sicurezza. Allo stesso modo, il livello di povertà è ingiustificabilmente alto e la Nigeria è considerata tra i paesi più poveri del mondo. La corruzione è ancora una criticità importante a tutti i livelli, nonostante gli sforzi delle agenzie anticorruzione, come la Commissione per i crimini economici e finanziari (EFCC) e la Commissione indipendente per le pratiche di corruzione (ICPC). Il degrado delle infrastrutture persiste ancora in tutto il Paese. La disoccupazione giovanile è aumentata e la situazione di insicurezza permane (rapimenti, terrorismo, rapine a mano armata, conflitti incessanti tra pastori e agricoltori, furti di bestiame, ecc.). Per di più, l’economia dipende principalmente dalle esportazioni di petrolio per le entrate in valuta estera e la creazione di reddito. Tutto questo ha portato a portato a molteplici turbolenze, come tendenze secessionistiche, richieste di riforma della governance e di un federalismo integrale e così via.
Il tipo di sistema presidenziale praticato nel Paese peggiora la situazione, poiché il potere è troppo concentrato al centro, indebolendo così le unità federate. Il centro esercita un’influenza eccessiva, controlla tutti gli apparati di sicurezza e gli Stati federati dipendono da esso anche le proprie entrate, poiché amministra praticamente tutte le risorse del Paese. Inoltre, il costo del sistema è inutilmente alto, con legislatori tra i più pagati a livello globale.
La produzione di energia elettrica nel Paese, infine, non ha superato in media i 4.000 MW, il che ha contribuito ad aggravare i problemi per il progresso e lo sviluppo economico della nazione.
I cittadini sono delusi dalla situazione nel Paese e i giovani non sembrano vedere alcuna speranza nel futuro, nonostante alcune politiche messe in atto dall’attuale amministrazione (N-power, trasferimento di denaro condizionale, Not Too Young To Rule Bill, ecc.). I numerosi problemi hanno acuito le tensioni tra i giovani, che sono pronti a sfogare la loro rabbia alla minima provocazione e questo è diventato evidente durante la protesta #EndSARS che ha avuto luogo ad ottobre di quest’anno in tutto il Paese.
La protesta #EndSARS
La sigla SARS sta per Squadra speciale antirapina (Special Anti-robbery Squad). La squadra è stata costituita nel 1992 per combattere il fenomeno delle rapine a mano armata e altri reati e contribuire così al miglioramento della situazione della sicurezza nel Paese. I membri selezionati della squadra provengono sempre dalla polizia nigeriana. Le attività della SARS nel corso degli anni hanno contribuito alla riduzione dei reati, ma tutto è cambiato quando alcuni membri della squadra hanno iniziato a violare i diritti umani dei cittadini nigeriani, in particolare dei giovani.
Nel 2018 la situazione era diventata talmente intollerabile che il Presidente ad interim, il professor Osinbajo, ha ordinato una riforma della squadra, a seguito delle molte denunce per abusi e violazioni dei diritti umani a carico di membri dell’unità.
Il 3 ottobre 2020 i giovani hanno organizzato in tutto il Paese a livello regionale proteste pacifiche contro la brutalità della polizia e le violazioni dei diritti umani, taggando il movimento con #EndSARS. I giovani manifestanti hanno chiesto lo scioglimento della squadra e una riforma completa delle forze di polizia nigeriane. Le proteste e le richieste sono state innescate dall’uccisione di un ragazzo da parte di un agente della SARS davanti a un hotel nello Stato del Delta e ulteriormente aggravate dall’uccisione di un altro giovane, un musicista emergente, da parte di agenti della SARS. Tutto ciò ha scatenato proteste su scala nazionale che hanno ricevuto manifestazioni di solidarietà nelle principali città del mondo. Sfortunatamente, le manifestazioni in tutto il Paese sono state infiltrate da criminali comuni che le hanno rese violente e sanguinose. Come se non bastasse, gli stessi manifestanti si sono scatenati e hanno iniziato a saccheggiare e bruciare qualsiasi cosa capitasse loro davanti. Diversi edifici sono stati dati alle fiamme nelle principali città del Paese, la maggior parte nello Stato di Lagos, che ha riportato il maggior numero di strutture distrutte. Ci sono stati dei morti, compresi alcuni agenti di sicurezza, e sembra che a Lagos alcuni soldati schierati per mantenere l’ordine abbiano sparato contro i manifestanti.
In questo quadro, considerando anche le richieste avanzate dai giovani, sembra chiaro che le proteste e le agitazioni non siano da attribuire solo alla brutalità della polizia e alle violazioni dei diritti umani ma derivino invece dalla generale situazione politica ed economica del Paese.
La strada da percorrere
La via da seguire è cercare di dare risposte a tutte le agitazioni e paure dei giovani e di altri gruppi nel Paese. Inoltre, la nazione ha bisogno di un vero federalismo, come negli Stati Uniti, da cui abbiamo preso in prestito l’attuale sistema di governo. La Nigeria deve affrontare con urgenza le sfide dello sviluppo, come l’elevato tasso di povertà cronica (40,1%), il livello di disoccupazione giovanile (il 40,8% dei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni e il 30,7% di quelli nella fascia di età 25-34 anni sono attualmente disoccupati), il tasso di disoccupazione generale (oggi al 27,1%, mentre il tasso di disoccupazione e sottoccupazione combinati è al 55,7%). La questione della sicurezza deve essere affrontata: il Paese dovrebbe prendere in considerazione la possibilità di dotarsi di un corpo di polizia statale, come è stato fatto in molti paesi in tutto il mondo.
Va anche ripensato l’alto costo della governance, iniziando dalla revisione della legislatura bicamerale attuale. Infine, visto l’insorgere dei giovani in tutto il Paese, sono necessari maggiori investimenti nello sviluppo del capitale umano (istruzione, salute, formazione, ecc.).
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Foto Credits:
Protest against the extrajudicial killings by SARS, Protest against the Special Anti-Robbery Squad – TobiJamesCandids
Aerial view of Makoko Slum in Lagos – Kateregga1
CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons