La produzione, la trasformazione e l’esportazione di fibre naturali e dei loro prodotti derivati sono vitali per le economie di molti paesi in via di sviluppo e per il sostentamento di milioni di piccoli lavoratori a basso reddito del settore agricolo. Secondo la FAO, le fibre naturali sono prodotte nella quasi totalità in contesti agricoli di sussistenza, con poco o nessun apporto tecnologico e con un impiego prevalente di lavoro manuale. A causa della crisi finanziaria globale e dell’aumento di alternative sintetiche molto più a buon mercato, che minacciano una riduzione crescente della domanda di fibre naturali, nell’ultimo decennio molte di quelle economie e di quel tipo di fonti di reddito si trovano in condizioni sempre più precarie. D’altra parte, sono state sprecate le opportunità di fare delle fibre naturali un’alternativa economica sostenibile per molte regioni povere del pianeta, con un largo impiego di manodopera e lo sfruttamento delle potenzialità di questo genere di materie prime.
In Brasile, si stima che 500 mila persone dipendano dalla lavorazione di fibre naturali, senza avere altre alternative sotto forma di attività economiche locali praticabili nel breve o medio termine, a causa delle caratteristiche delle infrastrutture rurali e dell’ecosistema.
È nelle regioni del nord e del nord-est che vive il maggiore numero di famiglie di agricoltori impiegati nella produzione di fibre naturali, specialmente nelle aree con un basso indice di sviluppo umano (HDI-Human Development Index) e condizioni pedoclimatiche molto particolari. La quota di agricoltori che lavorano direttamente nel ciclo produttivo delle fibre naturali è significativa se paragonata ad altre attività agricole che utilizzano minore manodopera. Inoltre, bisogna tenere presente il peso socioeconomico che queste attività rappresentano per quelle regioni (comuni e stati), così come il forte ruolo culturale associato al ciclo di produzione e lavorazione delle fibre.
Nella regione del nord-est del Brasile si coltiva il Sisal, una fibra dura ottenuta dalla pianta Agavea sisalana, coltivata in una regione semiarida, il cui clima è considerato uno dei più complessi del mondo. Questa regione presenta precipitazioni medie sotto i 300 mm all’anno e periodi di siccità che a volte durano più di dieci mesi.
Un’altra caratteristica della regione semi-arida brasiliana è la presenza naturale di sali minerali nel terreno dovuta all’elevato indice di evaporazione della regione: e ciò limita notevolmente la produttività agricola.
L’adattamento del Sisal alle condizioni semiaride e la sua resa economica sono stati in grado di creare una catena produttiva di questa fibra per l’esportazione, acquistando tale importanza che una parte della zona semiarida dello Stato di Bahia è ormai conosciuta come la regione “Sisaleira”.
Nella regione settentrionale, spicca la produzione di una fibra naturale chiamata Malva (Urena lobata L.), simile alla juta coltivata in India. Questa coltura si è sviluppata sulle rive del Rio delle Amazzoni, nelle regioni delle pianure alluvionali, in aree che vengono allagate durante le inondazioni del fiume. Sebbene siano aree molto favorevoli per l’agricoltura data la fertilità del suolo, sono poche le colture agricole il cui ciclo si adatti al regime delle inondazioni e del riflusso dei fiumi.
La Malva è una delle poche colture agricole che si è completamente adattata agli aspetti climatici di questa regione e che non richiede alcun tipo di input chimico per la produzione di fibra vegetale, né in fase di semina né nella prima lavorazione della fibra, avviene all’interno dell’acqua, sulle rive del fiume.
Sia il Sisal nel nord-est che la Malva nel nord del Brasile sono piante eccezionali, poiché hanno una grande adattabilità alle caratteristiche climatiche di queste regioni e hanno innumerevoli possibili applicazioni industriali, che possono costituire un motore per lo sviluppo economico e sociale della regione. Tuttavia, queste colture sviluppate da quasi un secolo mancano ancora di sufficiente attenzione da parte dell’opinione pubblica e di misure che promuovano o forniscano infrastrutture di base per la produzione agricola alle regioni più povere in cui vengono prodotte le fibre.
La mancanza di investimenti nello sviluppo di tecnologie di base per la semina, la raccolta e la lavorazione, in particolare macchine e attrezzature per la lavorazione a basso costo, rende difficile il lavoro degli agricoltori, che spesso registra bassa produttività e si rivela persino dannoso per la loro salute e per quella delle loro famiglie.
Questa carenza in termini di promozione delle filiere di produzione di fibre naturali e di politiche pubbliche orientate allo sviluppo regionale fa sentire i suoi effetti sul volume della produzione annuale di fibra grezza, che è precipitata negli ultimi 10 anni, come mostra la tabella:
Questo calo della produzione ha costretto, a partire dal 2010, la più grande industria di trasformazione della malva della regione a importare fibre dall’Asia. Tuttavia, nonostante il problema dell’insufficenza produttiva, l’importazione continuativa di juta si riflette anche sulla produzione locale, influendo sul prezzo e contribuendo al fatto che il governo non dia seguito alle richieste avanzate dal settore e principalmente dai piccoli produttori familiari.
Oggi i componenti della filiera della malva discutono dell’opportunità di condurre uno studio per confrontare la produzione interna con la domanda interna di questa materia prima, in modo da avere una visione reale delle azioni strategiche necessarie ad aumentare la produzione e a ristrutturare la catena produttiva mediante politiche pubbliche di promozione dell’agricoltura fluviale e lo sviluppo tecnologico del prodotto di base e dei suoi sottoprodotti.
Nonostante la forte vocazione del Brasile per l’agrobusiness, le recenti statistiche ufficiali mostrano che (tra il 2000 e il 2015) 3,6 milioni di persone hanno perso il lavoro nel settore primario, in particolare nei sottosettori dell’allevamento e della pesca (IBGE, 2018). Questi dati confermano ulteriormente la necessità di investire in alternative in grado di promuovere lo sviluppo locale.
In questo senso, l’attività agricola legata alle fibre naturali può svolgere un ruolo importante per lo sviluppo locale (a livello regionale), per una serie di motivi che è importante evidenziare: i) è una fonte di reddito garantita per i piccoli agricoltori, che svolge un ruolo importante per la sicurezza alimentare e riduce la povertà della popolazione rurale; ii) comporta significativi benefici ambientali in quanto non usa prodotti chimici e non richiede quantità eccessive di acqua ed energia nel processo produttivo; iii) prevede nuovi impieghi industriali e promettenti e importanti partnership potenziali tra vari settori, come l’edilizia civile, l’industria automobilistica, le costruzioni navali.
È necessario concentrarsi su nuove forme di associazione e cooperazione tra il settore pubblico e il settore privato, e sulla modernizzazione tecnologica dei mezzi di produzione: sono aspetti fondamentali per la ricerca collettiva di soluzioni ai problemi che riguardano tutti.