I dati dello studio provengono dalla Seconda indagine per il monitoraggio della povertà in Senegal (ESPS 2), condotta nel 2011. L’ESPS 2 è un’indagine nazionale che ha raccolto dati su istruzione, salute, occupazione, ricchezza e benessere delle famiglie, sull’accesso ai servizi di base della comunità e sulle spese delle famiglie, le opinioni delle persone sulle loro condizioni di vita e le loro aspettative rispetto allo stato, le pratiche religiose, gli shock e i cambiamenti climatici. Il piano di campionamento prevedeva una base iniziale di 20250 famiglie; il campione finale effettivamente raccolto era di 17891 famiglie, pari a un tasso di copertura dell’88 per cento. Il calcolo dei profili di consumo si basa sui dati raccolti dall’ ESPS 2 nella sezione relativa alla spesa delle famiglie. Le variabili chiave utilizzate sono: spese per beni alimentari e non, per sanità, istruzione, alloggio e spese eccezionali per beni e servizi a carico dei nuclei familiari.
Il database comprende anche variabili relative al tempo dedicato al lavoro domestico in ambito familiare. Le attività domestiche vengono intese in senso generale e suddivise in due categorie: compiti domestici e servizi di cura a bambini ed anziani. Le mansioni domestiche includono lavanderia, cucina, pulizia, acquisti, fornitura di acqua e legna, manutenzione e riparazione e altre mansioni raggruppate sotto la dicitura “altro”.
Analisi del trade-off tra mercato del lavoro e mercato domestico
Per capire il meccanismo di trade-off tra il mercato del lavoro e quello domestico è necessario comprendere il funzionamento di ciascuno dei due mercati separatamente. Questa sezione sarà divisa in tre parti. Nella prima parte, l’applicazione della metodologia NTA (National Transfer Accounts) fornirà un contributo importante alla comprensione del comportamento nel mercato del lavoro. Quindi, grazie alla metodologia NTTA (National Time Transfer Accounts), la stessa analisi verrà condotta sul mercato del lavoro domestico per capire come funziona. Infine, in una terza fase, verrà effettuato un confronto tra le due analisi.
Il mercato del lavoro: disuguaglianze di genere
La figura 1 mostra l’orario di lavoro di uomini e donne, nonché le rispettive retribuzioni orarie sul mercato del lavoro. Il tempo di lavoro degli uomini è superiore a quello delle donne sul mercato che qui per convenzione chiamiamo commerciale. In effetti, il numero di ore di lavoro settimanali per gli uomini supera di gran lunga quello delle donne, indipendentemente dall’età. Il divario è ridotto tra i più giovani (al di sotto dei 10 anni) e inizia ad aumentare da 10 anni fino all’età adulta. Il maggiore divario tra l’orario di lavoro maschile e quello femminile si osserva tra i 20 ei 50 anni, fascia di età in cui il tempo di lavoro degli uomini è quasi il doppio di quello delle donne. Infatti, a 20 anni una donna dedica al lavoro in media 12 ore settimanali contro 24 ore per un uomo della stessa età. A 30 anni, una donna lavora in media 17 ore a settimana mentre un uomo lavora 37 ore. Intorno ai 40 anni le donne lavorano in media 22 ore a settimana, mentre gli uomini 42 ore. Questa divaricazione dell’orario lavorativo di uomini e donne si mantiene fino a circa 50 anni (47 e 48 anni più precisamente). Quindi, oltre i 50 anni il tempo di lavoro degli uomini non rappresenta più il doppio di quello delle donne, ma rimane ancora molto più alto. Questa riduzione sul versante maschile è certamente dovuta al graduale ritiro di molti uomini dalla vita lavorativa a partire da quell’età.
Per quanto riguarda la retribuzione oraria sul mercato del lavoro, gli uomini guadagnano più delle donne a qualsiasi età oltre i 15 anni. Questa differenza tra la paga oraria dell’uomo e quella della donna si osserva soprattutto tra i 30 e i 55 anni e poi tra i 67 e i 77 anni.
Figura 1: orario e retribuzione del lavoro per uomini e donne
Mercato del lavoro domestico: la supremazia della specializzazione femminile sugli uomini
I grafici sottostanti (Figura 2) illustrano la situazione del mercato del lavoro domestico, più precisamente il tempo speso nel lavoro domestico e la sua valutazione in termini di costi orari.
In questo mercato del lavoro c’è una evidente supremazia delle donne sugli uomini. Infatti, quando consideriamo il tempo di lavoro domestico (primo grafico a destra della figura 2), vediamo che quello delle donne già a partire dall’età di 10 anni è tre volte più alto di quello dei maschi. Questo divario aumenta dopo i 10 anni fino all’età adulta. Pertanto, tra i 10 e i 20 anni le ragazze dedicano tra le 15 e le 37 ore settimanali alle faccende domestiche, mentre gli uomini della stessa fascia di età trascorrono meno di 5 ore in lavori di casa. Tra i 20 e i 40 anni aumenta il tempo dedicato dalle donne al lavoro domestico, tra le 35 e le 47 ore settimanali. Il tempo di lavoro degli uomini resta invece sempre inferiore alle 5 ore.
Questo continuo aumento del tempo di lavoro femminile a partire dall’età di 10 anni si spiega in gran parte con i compiti domestici tra i 10 e i 20 anni, e con i servizi di assistenza e cura forniti tra i 20 e i 40 anni (terzo grafico della figura 3). Le ragazze della fascia d’età tra 10 e 20 anni sono più specializzate nelle faccende domestiche (pulizia, cucina, lavanderia, approvvigionamento idrico …), mentre le donne tra i 20 ei 40 anni sono più specializzate nella cura di altri membri della famiglia (bambini e anziani). Oltre i 40 anni, il numero delle ore di lavoro domestico delle donne diminuisce gradualmente con l’età, pur rimanendo molto più alto di quello degli uomini.
Figura 2: Tempi di lavoro e costi orari del lavoro domestico
La disparità di retribuzione tra uomini e donne
La figura 3 mostra l’orario di lavoro complessivo (grafico 1), la retribuzione oraria totale (grafico 2) e la valutazione della produzione totale (grafico 3).
Quando si considerino separatamente il mercato del lavoro e quello domestico, come già sottolineato nelle teorie dell’economia familiare di Becker, in Senegal il trade-off tra i due mercati evidenzia la specializzazione delle donne nel mercato domestico e quella degli uomini nel mercato del lavoro commerciale. La figura 3 mostra, tuttavia, che considerando i due mercati, le donne tra 10 e 50 anni forniscono una maggior quantità di lavoro rispetto agli uomini. Nonostante questa situazione perduri per 40 anni, le donne guadagnano meno delle loro controparti maschili, se si prende in considerazione il reddito orario totale in entrambi i mercati (figura 2).
Questa disparità nelle retribuzioni orarie trova spiegazione principalmente nel mercato del lavoro, che svantaggia notevolmente le donne. In effetti, la remunerazione sul mercato del lavoro è più interessante di quella del mercato domestico. In media, se consideriamo nell’insieme il lavoro domestico, il salario orario massimo non supera i 200 Franchi centroafricani (CFA) l’ora, mentre il salario orario nel mercato del lavoro retribuito può arrivare fino a quattro volte di più, ovvero 800 CFA/ora. Anche se le donne dovessero essere pagate per le faccende domestiche cui dedicano la maggior parte del loro tempo, rimarrebbero sottopagate in entrambi i mercati. Potrebbero al massimo raggiungere un reddito medio orario di 475 CFA/ora sull’insieme dei due mercati, mentre la retribuzione media oraria per gli uomini è di 750 CFA/ora, pari ad una differenza di circa 300 CFA/ora. Questa situazione spiega perché il reddito complessivo degli uomini sia molto più alto di quello delle donne a partire dai 25 anni (Figura 3).
Figura 3: tempo di lavoro complessivo, retribuzione oraria totale e valutazione della produzione totale
Le differenze tra il comportamento maschile e quello femminile nel mercato del lavoro e in quello domestico sono quindi legate alla specializzazione di genere nei due mercati. Gli uomini sono più presenti sul mercato commerciale e vi trascorrono più tempo nella fascia di età compresa tra i 30 e i 45 anni, con una media di 42 ore di lavoro a settimana. Inoltre, il loro salario orario è più alto di quello delle donne. Queste ultime dedicano la maggior parte del loro tempo ai lavori domestici tra i 10 e i 20 anni, e poi a servizi di assistenza e cura in età compresa tra i 20 ei 40 anni. Vale anche la pena di notare un fatto interessante che emerge analizzando simultaneamente il mercato del lavoro e quello del lavoro domestico, e cioè che le donne lavorano più degli uomini se consideriamo il tempo totale speso da donne e uomini in attività domestiche e attività commerciali. Tuttavia, le donne guadagnano costantemente meno degli uomini tra i 25 e gli 80 anni. La disuguaglianza di reddito è quindi molto evidente e costituisce un reale motivo di squilibrio nel mercato del lavoro.
È chiaro, quindi, che occorre fare di più per assicurare che la parità retributiva sul mercato del lavoro diventi una realtà. Le politiche economiche vanno integrate con le problematiche di natura familiare per ridurre il tempo di lavoro domestico e trasferirlo sul mercato di lavoro commerciale.