La cultura di genere a Taiwan è fortemente influenzata dal confucianesimo, che tende a codificare ruoli di genere ben definiti all’interno della società. Tuttavia, grazie agli sforzi di organizzazioni della società civile e di gruppi femministi, dopo il 2000 è entrato in vigore un notevole numero di leggi e provvedimenti relativi alle questioni di genere. E’ interessante notare che alcune di tali norme sono considerate molto più avanzate di quelle delle società occidentali. In termini di miglioramento dei diritti delle donne nel campo del lavoro, prima degli anni Novanta le donne lavoratrici a Taiwan subivano serie discriminazioni. Ad esempio, a quelle impegnate in alcune tipologie occupazionali (come l’industria aeronautica o il sistema bancario) generalmente si chiedeva di dimettersi quando si sposavano o restavano incinte. Molte manifestazioni di protesta hanno avuto luogo durante gli anni Ottanta e Novanta contro le diffuse discriminazioni di genere sul lavoro.
Il risultato è stato l’entrata in vigore, nel 2002, dell’Act of Gender Equality in Employment. Nello stesso anno, una revisione del Codice Civile ha introdotto l’Articolo 1018.1, che recita: “fatta eccezione per le spese correnti familiari, marito e moglie possono concordare il pagamento, da uno all’altra, di una somma di denaro che quest’ultima può impiegare liberamente”. Ciò dimostra come il valore del lavoro domestico sia stato riconosciuto a livello pubblico nel paese.
Sia il governo che le organizzazioni della società civile hanno un importante ruolo nel promuovere l’uguaglianza di genere a Taiwan. Per rafforzare l’efficacia complessiva del sostegno pubblico ai diritti e agli interessi delle donne, nel 1997 il governo fondò il Committee of Women’s Right Promotion (CWRP). Nel 2012, il CWRP è stato ristrutturato e ha preso il nuovo nome di Gender Equality Committee (GEC), con la missione di rafforzare le politiche volte alla promozione dell’uguaglianza di genere nei luoghi di lavoro.
Le attività principali del GEC comprendono: 1. Attuazione della CEDAW, la Convenzione per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne (iniziata nel 2012); 2. Applicazione delle Gender Equality Policy Guidelines (iniziata nel 2013); 3. Integrazione di genere nel settore pubblico (iniziata nel 2005); 4. Partecipazione globale e formazione locale. Uno dei risultati è che da allora i progressi di genere ottenuti a Taiwan vengono documentati in modo preciso e dettagliato.
Per facilitare la nascita di una consapevolezza della parità di genere, nel 2004 sono stati promulgati il Gender Equity Education Act e le Enforcement Rules for the Gender Equity Education Act. L’Articolo 13 di queste ultime prescrive che i programmi scolastici relativi all’educazione alla parità di genere “dovranno comprendere corsi dedicati a educazione affettiva, educazione sessuale ed educazione sull’omosessualità, al fine di rafforzare negli studenti la consapevolezza della parità di genere.”
All’articolo in questione non è stata prestata grande attenzione da parte della cittadinanza, fino alla pubblicazione da parte del Ministero dell’istruzione, nel 2011, di tre manuali per insegnanti sull’educazione di genere, il che ha suscitato accesi dibattiti sull’opportunità dell’insegnamento di educazione omosessuale nelle scuole. Nondimeno, i diritti di gay e lesbiche ricevono un riconoscimento crescente a Taiwan.
Il “Taiwan LBGT Pride” che si tiene annualmente a Taipei è oggi il maggiore evento del genere in tutta l’Asia orientale. Nella maggior parte delle università esistono associazioni di studenti gay e lesbiche. Il 24 maggio del 2017, i giudici della Corte Costituzionale hanno deliberato che in base alla Costituzione le coppie dello stesso sesso hanno il diritto di contrarre matrimonio, e hanno dato allo “Yuan Legislativo” (il ramo amministrativo del governo incaricato di legiferare) due anni di tempo per modificare le leggi sul matrimonio, allineandole al dettato costituzionale. Se ciò non avverrà, le coppie dello stesso sesso potranno comunque far registrare le loro unioni come matrimoni e dovranno essere trattate in conformità dalla legge. E’ probabile quindi che Taiwan diventi il primo paese asiatico a legalizzare i matrimoni omosessuali.
Il motivo per cui Taiwan appare all’avanguardia in Asia nel campo dei valori progressisti può forse essere legato al suo ambiguo status a livello internazionale. Potrebbe trattarsi infatti di un cammino intrapreso dai politici al fine di differenziare Taiwan rispetto alla Cina.
Tuttavia, nonostante le norme progressiste citate, persiste una costante resistenza sociale al loro processo di attuazione. Ad esempio, nell’aprile del 2018 la Central Election Commission ha dato il via libera allo svolgimento di un referendum sull’omosessualità caldeggiato da gruppi anti-gay, sebbene molte organizzazioni della società civile abbiano protestato che consentire il referendum sia incostituzionale.
I tre quesiti del referendum sono: 1. “Siete d’accordo con l’utilizzo di strumenti diversi dalle norme sul matrimonio del Codice Civile per proteggere il diritto di due persone dello stesso sesso a una convivenza stabile?”; 2. “Siete d’accordo sul fatto che le scuole secondarie di primo grado e le scuole primarie non debbano attuare i corsi di educazione omosessuale previsti dall’Enforcement Rule for the Gender Equity Education Act?”; 3. “Siete d’accordo sul fatto che le norme sul matrimonio del Codice Civile debbano definire come matrimonio quello tra uomo e donna?”
Un altro esempio è il caso di un insegnante di scuola primaria di Kaohsiung City che nel 2017 è stato denunciato da gruppi conservatori per aver spiegato in classe l’uso del profilattico, e accusato di distribuzione di materiale osceno in ambito scolastico. Fortunatamente, l’insegnante ha avuto il pieno supporto del Bureau of Education della sua città.
Oltre alla questione dell’omosessualità, esistono altri aspetti che suscitano grande preoccupazione e che riguardano gli stereotipi tradizionali di genere, profondamente radicati nelle famiglie e nella società, che continuano a dipingere le donne come inferiori agli uomini e come oggetti di desiderio sessuale; le violenze contro le donne; la discriminazione e segregazione di genere nel campo accademico e nei percorsi di carriera professionale; e i problemi relativi alle politiche di naturalizzazione delle donne migranti. Tutte queste difficoltà stanno a indicare che a Taiwan l’uguaglianza di genere ha ancora un lungo cammino davanti a sé.